Insegnanti di religione, luoghi comuni e opinioni inaffidabili.

L’idea del luogo comune come esclusiva sorgente di verità non può che generare, nel nostro tessuto socio-culturale, un’informazione distorta degli argomenti trattati e per certi versi persino faziosa. Eppure, oggi, nel nostro Paese – che in questo campo vanta opinionisti di “alta qualità” – il metodo più semplice per affrontare certe discussioni, senza pretendere di conoscerne davvero i principali contenuti, è quello di sproloquiare attraverso l’inaffidabile categoria del luogo comune. Ma vado subito al dunque! Nel recente dibattito riguardante l’Ora di religione, scaturito da alcune considerazioni poi rivedute del ministro della Pubblica Istruzione, Francesco Profumo, c’è chi ritiene giusta una riforma dei sistemi di formazione e di reclutamento dei docenti di religione per i seguenti motivi qui riportati da un lettore di cittanuova.it e di seguito da me sintetizzati per approntarne poi una risposta:1 Gli insegnanti di religione cattolica Irc sono direttamente nominati dall’Ordinario diocesano in base a criteri discrezionali per i quali non è necessario consultare una graduatoria o computarne i titoli; 2 Per diventare docenti di religione non è richiesta una laurea statale. Essi possono anche insegnare prima di aver conseguito il titolo di studio in Scienze Religiose; 3 Gli IRC non sono come i docenti delle altre discipline abilitati all’insegnamento attraverso concorso pubblico e/o selezione effettuata con il conseguimento del titolo della SSIS. Eppure sono pagati dallo Stato al pari degli altri docenti, e ad essi, rispetto ai colleghi precari, vengono riconosciute anche le ferie estive.

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