IRAQ: CADE MOSUL, L’ISIS VINCE LA SUA BATTAGLIA | Ereb

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I miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e della Siria (Isis) prendono una delle principali città del nord del Paese: Mosul. Ora l’Isis ha in mano almeno tre città chiave sul confine occidentale: Fallujah, Ramadi e Mosul. L’ultima conquista giunge dopo diversi giorni di combattimenti e attacchi in vari centri “scomodi per l’Isis”. A Ramadi i miliziani hanno occupato il campus dell’Università di Anbar, una delle più importanti dell’Iraq, sequestrando diversi studenti sciiti; a Jalawla (distretto di Diyala) i terroristi hanno rivendicato il duplice attentato contro il quartier generale del Unione patriottica del Kurdistan facendo almeno 30 morti e decine di feriti. La perdita di Mosul è un duro colpo per il governo centrale di Baghdad. Dalle prime descrizioni l’esercito iracheno è stato surclassato in forza e determinazione dai miliziani, che hanno costretto un intero contingente ad abbandonare le sue posizioni, letteralmente fuggendo dalla città.

“Questa mattina abbiamo perso Mosul”, avrebbe annunciato un ufficiale al comando centrale. “Esercito e forze di polizia hanno abbandonato le loro posizioni e i terroristi dell’Isis hanno il piano controllo della città”. Il militare avrebbe commentato: “Questo è stato un totale collasso delle forze di sicurezza”. Per l’ufficiale i terroristi hanno condotto l’esercito in una sorta di trappola, preferendo combattere una guerriglia urbana: “Non possiamo sconfiggerli. Loro sono molto ben addestrati alla guerriglia, noi no. Abbiamo bisogno di un intero esercito per cacciarli da Mosul. Sono simili a spettri: appaiono, sparano e spariscono in un secondo”. Altri due ufficiali raccontano che i militari hanno ricevuto l’ordine di ritirata dopo che i terroristi hanno conquistato la base di Ghizlani, liberando oltre 200 prigionieri, che sono andati ad infoltire i loro ranghi. Un’altra fonte sostiene che i miliziani avrebbero fatto irruzione nella prigione di Badush, liberando almeno 1000 carcerati, la maggior parte dei quali ex terroristi. Nella sua ritirata l’esercito regolare ha incendiato stazioni di rifornimento e depositi di armi, per evitare che cadano in mano ai miliziani dell’Isis. Alcuni ufficiali denunciano inoltre il governo centrale che avrebbe dato equipaggiamenti scadenti all’esercito, provocando la morte di almeno 1000 soldati e centinaia di diserzioni. Ibraheem al Sumeide’i, ex consigliere di al Maliki, sottolinea che quanto accaduto a Mosul è una grande vittoria dei terroristi: “Con la presa della città l’Isis ha raggiunto il suo obiettivo, unire i principali centri dell’est della Siria e dell’ovest dell’Iraq, per creare una regione pienamente autonoma”.  Diversi politici accusano il premier Al Maliki di aver provocato egli stesso questa situazione, creando un governo a maggioranza sciita e alienando i sunniti, al potere con Saddam Hussein.

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La caduta di Mosul è una disfatta non solo militare, ma anche culturale, che colpisce il cuore del moderno Iraq. Nella città convivono da secoli persone di religioni e etnie differenti: sunniti, sciiti, cristiani, kurdi, arabi e turcomanni, un esempio del complesso intreccio culturale rappresentato dall’Iraq. Secondo un corrispondente della Reuters, le strade della città sono piene di cadaveri mutilati. Nella loro fuga l’esercito non è riuscito a recuperare i caduti. A pochi chilometri da Mosul sorge la piana di Ninive, dove vivono migliaia di cristiani. Sul loro hastag Twitter “Nnewsi”, i terroristi hanno diffuso fotografie che li ritraggono avvolti da bandiere nere (vedi immagine), simbolo del jihad, invitando tutti sunniti ad aderire alla lotta contro il “governo safavide di Baghdad”, in riferimento alla dinastia di origine persiana che ha diffuso lo sciismo nel mondo arabo.

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Ieri mattina, Atheel Nujaifi, governatore della provincia, ha lanciato un appello in televisione, invitando la popolazione di Mosul a a difendere la città ad ogni costo. Poche ore dopo anche Nujaifi è stato però costretto ad abbandonare il palazzo del governatorato, per sfuggire alla cattura dei miliziani. Oggi il fratello del governatore, Osama Nujaifi, presidente del parlamento iracheno, ha chiesto ai leader Curdi di inviare i loro guerriglieri peshmerga nella regione, per liberarla dai terroristi. Il primo ministro del Kurdistan Nechirvan Barzani ha risposto alle richieste affermando che le autorità federali hanno tentato di proteggere la città, ma purtroppo l’atteggiamento diffidente di Baghdad ha reso impossibile qualsiasi operazione.

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La presa di Mosul, gli attentati di Jalawla e il seuquestro dell’università di Ramadi, vanno ad aumentare il bilancio delle vittime del 2014. Solo a maggio sono morte oltre 800 persone in attacchi terroristi. Nei giorni scorsi, un attentato nella città di Baquba, a 20 chilometri a nord est di Baghdad ha fatto almeno 20 morti. L’attacco è avvenuto durante un funerale di un professore universitario ucciso qualche giorno prima. I parenti del docente hanno descritto la scena raccontando che la bomba è esplosa proprio sul feretro scagliando il cadavere a decine di metri. Uno di loro ha affermato: “Anche i morti soffrono in Iraq”.

Simone Cantarini

Fonte: IRAQ: CADE MOSUL, L’ISIS VINCE LA SUA BATTAGLIA | Ereb.

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