di Joseph Mahmoud
Un gruppo di 13 ragazzi e ragazze è in visita a Kirkuk e Karakosh, grazie all’iniziativa delle famiglie cristiane della zona. Un’occasione di incontro e confronto, in un’area teatro di violenze e persecuzioni. Una vicinanza “fisica” che va oltre la solidarietà “a parole”. Mons. Sako: “progetti che inducono alla speranza”.
Kirkuk (AsiaNews) – Testimoniare la solidarietà della Chiesa universale e contribuire in modo concreto alla promozione di progetti improntati al dialogo interreligioso e all’incontro islamo-cristiano. È con questo spirito che un gruppo composto da 13 ragazzi – maschi e femmine – provenienti dalla Francia ha iniziato un viaggio di alcuni giorni alla scoperta del nord dell’Iraq, delle comunità cristiane locali e delle iniziative messe in campo da laici e sacerdoti per ricostruire un Paese martoriato dalla guerra e, ancora oggi, teatro di violenze e scontri interconfessionali. I giovani sono arrivati lo scorso 4 agosto: sette di loro sono ospiti a Kirkuk, gli altri sei a Karakosh (piana di Ninive), nel Kurdistan irakeno.
Per il gruppo di ragazzi provenienti dalla Francia, la solidarietà ai fratelli dell’Iraq si manifesta attraverso “una presenza” che diventa anche “vicinanza fisica” e non solo solidarietà “a parole”. A Kirkuk, i giovani hanno trovato ospitalità nell’arcivescovado, grazie alla disponibilità offerta da mons. Louis Sako. La loro presenza (nella foto mentre partecipano alla messa), raccontano i testimoni, è “di grande aiuto per i giovani cristiani della città”, che hanno trascorso intere giornate “dedicate alla preghiera, alla formazione, alla condivisione alternata a momenti di gioco e svago”. In tutto erano una novantina i giovani fra francesi e irakeni della zona.
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