Si chiamava Mahmoud Al ‘Asali era un professore del dipartimento di pedagogia dell’Università di Mosul, la seconda città dell’Iraq. Mahmoud ha visto tutto quanto sta succedendo nella sua terra e ha avuto coraggio di dire che non è questo l’islam in cui crede lui. Pur sapendo che cosa rischiava, lui educatore
si è esposto pubblicamente per non diventare complice di questa violenza barbara. E ha pagato questa scelta con la vita: è stato ucciso ieri a Mosul dalle milizie dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. A dare la notizia è oggi il sito iracheno ankawa.com.Dalla parte dei perseguitati
Quella di Mahmoud è la più clamorosa tra le storie di quesi musulmani che – nonostante tutto quanto sta succedendo in Iraq e tanti anni durissimi di contrapposizioni settarie che hanno avvelenato gli animi – scelgono di stare dalla parte dei cristiani e delle minoranze.Sempre da Mosul sabato era arrivata via Twitter la foto di Ali, un giovane musulmano, che salutava pubblicamente l’amico cristiano Alaa, costretto a fuggire. Un’attestazione pubblica di amicizia, più forte di ogni violenza.
Campagna social
Un altro esempio è la campagna #i_am_iraqi_i_am_christian, «sono iracheno e sono cristiano» che vede dei musulmani esporsi pubblicamente per mostrare la loro solidarietà ai cristiani iracheni. Ieri un gruppo di musulmani a Baghdad si è presentato con dei cartelli con questa frase fuori dalla chiesa caldea di San Giorgio e hanno postato la foto su Facebook.
Fonte: Iraq: il professore musulmano che è morto per i cristiani – Aleteia.