Iraq, Mosul senza più un cristianoIl Papa: “Noi preghiamo per voi” | Le persone e la dignità

Libertà di religione |

Una vita sempre più impossibile quella dei cristiani in Iraq. A Mosul. dopo oltre 1700 anni, la minoranza è stata cancellata in nome di una supposta “pulizia religiosa”. Venerdì 18 luglio a mezzogiorno, gli estremisti islamici dell’Isis hanno diramato un editto che ha lasciato ai fedeli di Cristo tre possibilità: convertirsi,  pagare la “tassa di protezione” alle corti islamiche, morire. La quarta via d’uscita: “Andatevene entro 24 ore” hanno detto i leader del “Califfato”, proclamato il 29 giugno dell’Isis ,acronimo per Stato Islamico dell’Iraq e del Levante sotto il comando di Abu Bakr Al Baghdadi, autonominatosi “Califfo Ibrahim”.

E’ iniziato così l’esodo delle ultime famiglie residenti a Mosul, provincia di Ninive, nord dell’Iraq. Qui nelle ultime settimane i cristiani hanno dovuto subire ogni umiliazione e violenza. Almeno 11 chiese e monasteri, sui 35 della città, sono stati assaltati o bruciati. La lettera “n”, iniziale di nasrani , da Nazareth, ovvero cristiano in arabo, è stata dipinta sulle loro case. E ancora: abusi, arresti, uccisioni. Infine, appunto, la fuga verso il Kurdistan o in villaggi ancora non conquistati dai fondamentalisti.

“Le ultime notizie sono disastrose – ha detto sabato 19 luglio  alla Radio Vaticana il patriarca della Chiesa cattolica sira Ignace Joseph III Younan – Noi con rammarico ripetiamo ciò che abbiamo sempre detto: non si deve mischiare la religione con la politica. Se ci sono inimicizie tra sciiti, sunniti e non so chi altro, questo non deve essere assolutamente una ragione per attaccare innocenti cristiani e altre minoranze a Mosul e altrove”.

Secondo il patriarca siro-cattolico per fermare gli integralisti islamici si “devono sospendere tutti gli aiuti finanziari. Da chi ricevono le armi? Da questi Paesi integralisti del Golfo, con il placet di politici occidentali, perché hanno bisogno del loro petrolio. Purtroppo è così. È proprio una vergogna!”.

“Chiediamo alla comunità internazionale – è l’appello di mons. Younan – di essere fedele ai principi dei diritti umani, della libertà religiosa, della libertà della coscienza. Noi siamo in Iraq, in Siria e in Libano: noi cristiani non siamo stati importati, siamo qui da millenni e, quindi, noi abbiamo il diritto di essere trattati come esseri umani e cittadini di questi Paesi. Ci perseguitano nel nome della loro religione e non fanno solamente minacce ma eseguono le loro minacce: bruciano e uccidono”.

Durante l’Angelus, domenica 20 luglio, Papa Francesco ha voluto ricordare le sofferenze dei fratelli iracheni:  ”Ho appreso con preoccupazione – ha detto – le notizie che giungono dalle Comunità cristiane a Mosul e in altre parti del Medio Oriente, dove esse, sin dall’inizio del cristianesimo, hanno vissuto con i loro concittadini offrendo un significativo contributo al bene della società. Oggi sono perseguitati: i nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente. Assicuro a queste famiglie a queste persone la mia vicinanza e la mia preghiera. So quanto soffrite, so che siete spogliati da tutto”.

(Aggiornato al 20 Luglio ore 14.05)

Fonte: Iraq, Mosul senza più un cristianoIl Papa: “Noi preghiamo per voi” | Le persone e la dignità.

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