Ieri il Parlamento Europeo, dopo un negoziato durato tre anni, ha approvato il mio rapporto sull’Accordo di cooperazione e partenariato UE-Iraq che rappresenta in assoluto la prima relazione contrattuale mai istituita tra le parti. L’accordo, concluso per un periodo (rinnovabile) di dieci anni, mira a costituire una solida base per rinsaldare i legami tra l’Iraq e l’UE. Nella sua prima sezione, prevede che siano messe in atto attività di cooperazione organizzate in materia di igiene, istruzione, lotta contro la povertà, promozione della trasparenza e di una governance efficace. Esso prevede altresì, in una prospettiva di carattere commerciale, che siano incorporati i principi di base dell’OMC benché l’Iraq non ne sia membro.
Esso contiene inoltre elementi preferenziali non trascurabili riguardanti segnatamente gli appalti pubblici, i servizi e gli investimenti. L’accordo d’altra parte comprende alcune condizioni che fanno riferimento a problemi politici non di minore importanza come la lotta contro le armi di distruzione di massa, contro il terrorismo e il traffico di droga; la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, in particolare delle minoranze etniche e religiose maggiormente esposte a rischi in quest’area. Contestualmente all’approvazione dell’accordo, il Parlamento ha approvato la risoluzione che lo accompagna; essa chiede di prestare particolare attenzione ai diritti umani e alla partecipazione delle donne nella ricostruzione post-conflitto ed ai più alti livelli della vita politica ed economica. Essa invita inoltre le autorità irachene a prendere le misure necessarie per sviluppare una società civile che possa svolgere un ruolo attivo nel processo politico e incoraggiare lo sviluppo di media indipendenti, pluralistici e professionali.
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