Isis: ora l’ostaggio francese, poi la jihad punta su Roma | No Cristianofobia

23 settembre 2014

 

OstaggioNiente di veramente nuovo sotto il sole. Però fa male ogni volta, sentirlo ripetere. L’Isis ora guarda alla Città Eterna: «Conquisteremo Roma, spezzeremo le sue croci, faremo schiave le sue donne col permesso di Allah, l’Eccelso», ha dichiarato il portavoce dello “Stato islamico”, Abu Muhamad al Adnani, in un comunicato multilingue apparso su Internet e diffuso dal quotidiano on line The Long War Journal. Ai suoi seguaci non ha semplicemente ripetuto di sterminare gli “infedeli” ovunque si trovino – sempre «confidando in Allah», s’intende -, ma ha dato più di uno “spunto” anche circa le modalità: «Piazzate l’esplosivo sulle loro strade. Attaccate le loro basi, fate irruzione nelle loro case. Troncare loro la testa. Che non si sentano sicuri da nessuna parte! Se non potete trovare l’esplosivo o le munizioni, isolate gli Americani infedeli, i Francesi infedeli o non importa quale altro loro alleato: spaccate loro il cranio a colpi di pietra, uccideteli con un coltello, travolgeteli con le vostre auto, gettateli nel vuoto, soffocateli oppure avvelenateli». Ma non basta: l’organizzazione musulmana è andata anche oltre ed ha alzato il tiro.

 

La coalizione militare costituitasi contro il sedicente “califfato” di Iraq e Siria ha davvero irritato il terrorismo islamico, così ora afferma di voler far pagare un «prezzo elevato» a statunitensi, europei ed ai Paesi che li sostengano o in qualsivoglia maniera li aiutino. Il tutto, condito delle solite, terrificanti minacce. Questa volta però già concretizzatesi col sequestro avvenuto domenica scorsa sul monte di Yaryara, nei pressi di Tizi Ouzou, nell’est dell’Algeria: si tratta di un turista francese, Hervé Pierre Gourdel, 55 anni, originario di Nizza. E’ stato mostrato in un video assieme a due miliziani del gruppo Yamat Yund al Jilafa, incappucciati e armati. Con l’ultimatum lanciato al Presidente Hollande: entro 24 ore cessino gli attacchi sull’Iraq o nessuno scampo per l’ostaggio. I servizi di sicurezza si sarebbero immediatamente mobilitati, per localizzare i rapitori.

 

Nel frattempo in Turchia sono giunti oltre 130 mila curdi siriani negli ultimi giorni, secondo quanto dichiarato dall’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati e confermato dal vicepremier turco, Numan Kurtulmus. Gli scontri sul campo di battaglia, intanto, si sono fatti ancora più feroci: a Nord di Falluja, per la precisione a Saqlawiya, l’Isis avrebbe sferrato un blitz con armi chimiche, gas cloro nello specifico, che ha provocato almeno 300 morti nelle fila dell’esercito iracheno sui 400 soldati presenti nel quartier generale, dove è stata fatta esplodere un’autobomba. Una situazione, che non ammette più incertezze, tentennamenti o colpevoli ritardi.

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