ISLAM/ Introvigne: vengono dal Mali le “fatwe” che scatenano le piazze

mercoledì 19 settembre 2012
“Uccidete tutti gli ambasciatori Usa”. Arriva via internet l’ennesimo appello per continuare e rendere ancor più sanguinose le violenze contro gli occidentali scoppiate a seguito del film su Maometto. Questa volta è Al Aqmi, l’organizzazione Al Qaeda nel Maghreb islamico a chiedere ai propri seguaci di “seguire l’esempio” degli attacchi al consolati americano di Bengasi. Lo rivela il centro americano di monitoraggio dei siti islamisti IntelCenter. Nel suo messaggio, Al Qaida nel Maghreb islamico definisce l’uccisione dell’ambasciatore Stevens in Libia “il più bel regalo” per tutti gli estremisti islamici in occasione dell’anniversario dell’11 settembre. Il gruppo rivolge un appello ad attaccare le ambasciate americane negli altri paesi del Maghreb (Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania) e a uccidere gli ambasciatori. Abbiamo interpellato per IlSussidiario.net Massimo Introvigne, sociologo ed esperto di religioni.
Introvigne, quella di Al Aqmi può essere definita una fatwa?
L’appellativo di fatwa è improprio e i documenti di questo genere per un islamico non hanno alcun valore religioso. Solo le autorità ecclesiastiche sono titolati ad emettere questo tipo di “responso come, ad esempio, il Muftì nazionale che è riconosciuto da un governo legittimo, oppure un grande teologo o una prestigiosa università come la Al-Azhar del Cairo che ne emette parecchie. Al Aqmi è semplicemente un gruppo di laici e, in quanto tale, non può emettere questo tipo di “giudizio”. Così come era scorretto chiamare fatwa quelle emesse da Bin Laden, Al Qaeda o Al Zawahiri.
Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Africa e Medio Oriente. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.