ISLAM Proteste anti-Usa, i musulmani moderati condannano le violenze – Asia News

A Kabul un kamikaze donna si è fatta esplodere vicino all’aeroporto uccidendo 12 persone, fra cui nove stranieri. Ma si moltiplicano le dichiarazioni e gli atti per fermare le violenze. Oggi, l’organizzazione delle conferenze islamiche (Oci) ha condannato l’uccisione dell’Ambasciatore Usa in Libia. In Pakistan le manifestazioni hanno preso risvolti anti-cristiani, ma ad Hyderabad, nel Sindh un gruppo di giovani musulmani ha fermato un attacco degli estremisti contro un ospedale cattolico. Nelle Filippine i ribelli islamici del Milf hanno invitato la popolazione musulmana ad evitare atti violenti. Voci contrarie agli attacchi anche in Indonesia e in Egitto.

Kabul (AsiaNews/ Agenzie) – La proteste contro il film blasfemo su Maometto diventano sempre più violente e coinvolgono ormai tutti Paesi dal Nord Africa fino all’Indonesia. Tuttavia, insieme all’ira degli estremisti si moltiplicano le dichiarazioni di condanna da parte dei gruppi islamici moderati. L’attacco più grave è avvenuto oggi in Afghanistan, dove una donna kamikaze a bordo di un auto si è fatta esplodere lungo l’arteria che conduce all’aeroporto di Kabul uccidendo 12 persone, fra cui nove lavoratori stranieri di una società di spedizioni internazionali. L’attentato è stato rivendicato dal  Hizb-i-Islami, gruppo estremista islamico, il cui obiettivo era punire il maggior numero di stranieri per il film blasfemo.

In parallelo all’invito ad attacchi e manifestazioni lanciato ieri da Hassan Nasrallah leader  del movimento sciita libanese Hezbollah, oggi l’Organizzazione delle conferenze islamiche (Oci) ha criticato l’eccessiva violenza delle proteste che hanno portato alla morte di Christopher Stevens, ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, ucciso a Bengasi lo scorso 12 settembre. Pur condannando la produzione del filmato che offende tutto l’islam, Rizwan Sheikh, portavoce Oci, ha affermato che la tragica uccisione di Stevens è una perdita non solo per l’America, ma per tutto il mondo diplomatico. Per la prima volta anche Teheran si è detta contraria agli atti violenti contro le sedi diplomatiche Usa. Ieri il generale Mohammad Ali Jafari, comandante delle Guardie Rivoluzionarie , ha detto che l’ira dei musulmani non giustifica la morte di diplomatici americani in Libia.

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