ISLAM/ Sbai: la “primavera araba” è stata un trucco dei fondamentalisti

sabato 26 gennaio 2013
INT. Souad Sbai

Piazza Tahrir due anni dopo: gli incidenti e gli scontri si ripetono. Non più contro le forze di polizia che difendevano il regime di Mubarak, ma contro il nuovo potere e il nuovo regime, quello dei Fratelli musulmani. In piazza in queste ultime ore i liberali, i cristiani, i moderati che protestano da mesi contro l’islamismo imposto dal presidente Morsi a colpi di modifche alla Costituzione si scontrano con le forze dell’ordine. Si uscirà da questo clima di scontro continuo o sarà destinato a durare? Secondo Souad Sbai, contattata da ilsussidiario.net, “non si uscirà più da questa situazione di scontro. Il governo di Morsi sta imponendo una costituzione basta sull’Islam radicale e fondamentalista, con lo scopo di arrivare a fare dell’Egitto una nuova Arabia Saudita. Ma in Egitto c’è una popolazione moderna, civile e intelligente che non accetterà mai questo quadro. La speranza è che i Fratelli musulmani non comincino ad applicare la violenza sistematica come successo in Algeria negli anni novanta per educare coloro che non si piegano all’Islam radicale”.

Rivoluzione d’Egitto, apripista della cosiddetta primavera araba, due anni dopo: quello a cui assistiamo è ormai una sorta di guerra civile.
In Egitto questo clima di scontro, di quasi guerra civile, è destinato a durare e anzi ad aumentare. La popolazione egiziana  si è resa conto che con Morsi si perde tutto. Se con Mubarak alcune libertà fondamentali erano garantite, con Morsi si andrà a perdere ogni diritto civile e ogni libertà.

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