di Souad Sbai
La storia della povera Shafilea, ragazza della seconda generazione immigrata in Inghilterra, massacrata dal padre perché non voleva sposare il cugino conosciuto in Pakistan, è del tutto emblematica. Non sconosciuta, per la verità, nel nostro Paese, che anzi di vicende del genere ne ha vissute troppe finora e che non hanno insegnato nulla a chi si riempie la bocca di argomentazioni multiculturali sull’integrazione e sul rispetto di presunte “identità culturali”. Per il rispetto dell’identità culturale di un individuo convinto di essere ancora in Pakistan, è morta anche Shafilea, nella civilissima Inghilterra, laddove però, nel silenzio dell’opinione pubblica internazionale, regnano sovrane le corti sharitiche, capaci in alcune zone o in alcuni ambienti, di prendere il posto della tanto rigida civil law britannica. E di creare danni immani, soprattutto per le donne e per le seconde generazioni
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