ISLAM vs OCCIDENTE/ Pizzaballa: il viaggio del Papa può fermare gli attacchi

sabato 15 settembre 2012

Dopo film su Maometto, l’assalto all’ambasciata americana in Libia e l’uccisione dell’ambasciatore, si è innescata in tutto il mondo arabo e mediorientale una violenta spirale fatta di scontri, assalti, attacchi alle sedi diplomatiche Usa, britanniche e canadesi. Mentre a Tripoli una persona è morta durante le manifestazioni in corso, in Egitto undici persone sono rimaste ferite nelle sommosse al Cairo. Sono 3, invece, le vittime delle proteste di Khartoum, in Sudan, contro l’ambasciata americana,  dal tetto della quale i facinorosi sono riusciti a togliere la bandiera americana e posizionare quella di al-Qaeda. Migliaia di persone, inoltre, sono scese in piazza a Teheran, in Iran, mentre episodi analoghi si registrano in Yemen, Kuwait e Indonesia. Ovvio che, per la visita del Papa in Libano, ci sia una certa apprensione. Pierbattista Pizzaballa, custode della Terra Santa, ci spiega come sta evolvendo la situazione.

 Anzitutto, nella sua zona si è registrato un aumento delle tensioni? 

Effettivamente, in svariati luoghi sensibili, specialmente a Gerusalemme, è stato necessario aumentare le misure di sicurezza. Alcuni gruppi, oggi, hanno tentato di avvicinarsi al consolato americano. Benché non si siano verificati episodi gravi, ci sono stati dei disordini.

C’è il rischio che i cristiani siano identificati con l’Occidente e finiscano bersagli dell’estremismo?

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