L’offerta nel giorno dell’anniversario della morte di Benazir Bhutto. Intanto non si hanno ancora notizie certe sulla ragazza cristiana uccisa a Quetta.
La fine della partecipazione del Pakistan alla guerra in Afghanistan e la riscrittura della Costituzione e della politica estera a partire dai dettami del Corano e della Sunna. Sono le condizioni poste dai talebani per il cessate il fuoco con il governo di Islamabad. A renderle note è stato il loro movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan con un messaggio fatto pervenire al quotidiano pakistano The News. E anche il giorno non è stato affatto scelto a caso: oggi ricorre infatti il quinto anniversario dell’uccisione dell’ex primo ministro Benazir Bhutto, avvenuta a Rawalpindi il 27 dicembre 2007.
Fa decisamente effetto sentir parlare in Pakistan di applicazione della legge islamica nella Costituzione. Già attualmente, infatti, questo è un Paese in cui la blasfemia nel codice penale è definita un reato punibile con la pena morte, tanto per fare un esempio. E le accuse possono essere anche scandalosamente vaghe, come prova la tragica vicenda di Asia Bibi, la donna cristiana in carcere ormai da anni e di cui solo pochi giorni fa rilanciavamo le parole drammatiche.
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