ISTAT/ Blangiardo: la rinuncia al matrimonio religioso è la spia dell’incertezza dei valori etici

martedì 18 dicembre 2012

ISTAT, CRESCONO I MATRIMONI CIVILI AL NORD Risultato storico: così molti media stanno presentando i dati dell’Annuario Istat secondo i quali nel 2011 nel nord Italia i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi. Dati che sembrano venir sottolineati con un certo compiacimento: finalmente la gente non va più a sposarsi in chiesa, sembra di leggere fra le righe. C’è da dire che comunque in Italia con oltre il 60% il matrimonio religioso rimane la scelta preferita di chi si sposa con una punta del 73% nel sud Italia. “Non è comunque una novità, già si sapeva di una tendenza del genere in atto” spiega a ilsussidiario.net il professor Blangiardo, docente di Demografia all’Università Bicocca di Milano. “I matrimoni civili erano in aumento soprattutto nelle grandi città e adesso il fenomeno si è allargato, ma dietro ci sono diverse spiegazioni”. Per Blangiardo rimane il fatto che la rinuncia al matrimonio religioso è la spia di un atteggiamento più possibilista che apre la strada all’accettazione di problematiche etiche in contrasto con la fede cristiana.

Più matrimoni civili che religiosi nel nord Italia: risultato storico o prevedibile?
Non è una grandissima novità, è la continuazione di una tendenza che era già in atto da tempo. I matrimoni civili particolarmente nelle grandi città erano in aumento da parecchi anni. Adesso in qualche modo il fenomeno si è allargato.

Quali le principali ragioni, secondo lei, di questa tendenza?
Intanto una maggior presenza di matrimoni di soggetti che non sono matrimoniabili religiosamente, ad esempio i divorziati.

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