La Cei lancia l’allarme: servono contributi per i restauri dei luoghi di culto | il Quintuplo

‘Significativa e’ stata, fino a poco tempo fa, la possibilita’ di accedere anche ai contributi ministeriali sui beni culturali: auspichiamo che tale importante fonte di risorse possa tornare presto a essere resa disponibile dallo Stato, dopo l’attuale fase di stallo a motivo della crisi economica’. E’ la richiesta del segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, in apertura della XX Giornata Nazionale dei beni culturali ecclesiastici, che ha come tema: ‘Restauro di chiese, orientamenti. Il miglioramento sismico’.

 

In Italia sono oltre 65.000 le chiese di proprieta’ ecclesiastica, ha spiegato mons. Crociata, ed e’ ‘inutile osservare come non sia, quindi, facile per le comunita’ locali assolvere alla loro cura: tale impegno comporta una fatica improba, accentuata dalle non indifferenti difficolta’ economiche che stanno caratterizzando il momento attuale’.

 

Fra le diverse tipologie di beni afferenti al patrimonio ecclesiastico, i beni architettonici e in particolare ‘gli edifici di culto rappresentano forse la maggiore emergenza, certamente quella piu’ evidente’.

 

Su questo sfondo, ha proseguito mons. Crociata, e’ ‘una notizia ancor piu’ rilevante quella relativa ai 720 cantieri aperti attualmente in Italia per il restauro di edifici di culto, segno dell’attenzione a un patrimonio culturale e artistico che costituisce per eccellenza il luogo di riferimento e di appartenenza dell’intera comunita’ credente.

 

Qui si coglie l’intuizione profetica che consente, attraverso il gettito proveniente dall’8×1000 alla Chiesa Cattolica, di sostenere economicamente un numero cosi’ significativo di interventi. Negli ultimi tre anni, sono stati, complessivamente, oltre 1.400 i progetti di restauro presentati annualmente all’Ufficio Nazionale dei beni culturali ecclesiastici. In corrispondenza di queste centinaia di cantieri aperti ogni anno, migliaia di professionisti e di imprese edili trovano il modo di mettere a disposizione le loro abilita’ professionali’.

 

I contributi erogati con i fondi dell’8×1000, ha concluso mons. Crociata, ‘non vanno mai a coprire l’intera spesa dei lavori, ma vi partecipano con una percentuale massima del 50%: un sistema, questo, che richiede e di fatto favorisce il coinvolgimento positivo e propositivo di tanti soggetti pubblici e privati, le comunita’ parrocchiali e diocesane, le fondazioni, gli sponsor, gli enti pubblici nazionali e locali’.

 

(da ASCA)

Fonte: La Cei lancia l’allarme: servono contributi per i restauri dei luoghi di culto | il Quintuplo.

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