La Cgil contro l’obiezione di coscienza sull’aborto

L’obiezione di coscienza non piace, specie quando riguarda l’aborto. La Cgil pronta ad un ricorso collettivo da presentare al Consiglio Ue per difendere il diritto all’interruzione di gravidanza.
Negli ultimi anni è cresciuto molto il numero di obiettori che non vogliono fare aborti e questo crea diversi problemi alla legge 194.
Così una fonte interna al sindacato: “
È un modo per portare anche a livello europeo il tema dell’obiezione di coscienza in materia di interruzione di gravidanza”.

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24 gennaio
Cgil prepara ricorso a Consiglio Ue su medici obiettori aborto

ROMA (Reuters) – La Cgil sta perfezionando un ricorso collettivo da presentare al Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa sull’obiezione di coscienza tra i medici in materia di interruzione di gravidanza.
Lo riferisce una fonte dello stesso sindacato.
“In molte realtà italiane la stragrande maggioranza dei medici si dichiarano obiettori, quindi il peso di assicurare alle donne il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza garantito dalla Legge 194 finisce per ricadere su un numero di medici molto basso, per i quali si prefigura un rischio di limitazione della loro capacità professionale”, ha spiegato una fonte della Cgil.
“Per questo il gruppo di lavoro donne della Cgil ha ritenuto di investire del problema le istituzioni europee: è un modo per portare anche a livello europeo il tema dell’obiezione di coscienza in materia di interruzione di gravidanza. Stiamo ragionando sul ricorso, lo stiamo perfezionando”.

(Antonella Cinelli)

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