«La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni»?

«Mi protendo nella corsa per afferrarlo, io che sono già stato afferrato dal Cristo».

(Fil 3,12) La cattolicissima Repubblica, che notoriamente invia ogni domenica i suoi giornalisti all’Angelus, perché il lunedì riferiscano ai fedeli l’insegnamento del Papa, con malcelata malizia ha osservato, oggi, come, in occasione dell’appuntamento domenicale con i fedeli nel Cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI non abbia menzionato il cardinale Carlo Maria Martini.
Siccome in verità a Repubblica interessano i suoi fedeli lettori e non i fedeli della Chiesa, è evidente che il giornalista che intorno alle 12 di ieri, anziché trovarsi con gli amici al bar per l’aperitivo ha avuto l’onere di seguire il Pontefice, doveva verificare “le mosse” di Benedetto XVI.
Poiché – grazie a Dio – Papa Ratzinger non è (ancora) tenuto a rispondere delle sue azioni al Gruppo Editoriale L’Espresso né – grazie a Dio – ha mai seguito la logica del politicamente o del massmediaticamente corretto, ha fatto esattamente ciò che fa sempre, e cioè… il Papa.
Prendendo spunto dalla splendida liturgia di ieri (liturgia peraltro tanto amata, studiata, approfondita dallo stesso cardinal Martini), obbediente al compito di Pastore della Chiesa, ha indicato la strada. Che – dispiacerà ai media laicisti che, riprendendo una frase dell’ arcivescovo di Milano, hanno titolato gongolanti «La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni» – è sempre la stessa strada: non segue le mode, non si adegua al “sentire del tempo”, non tiene conto dei sondaggi né dei dati auditel.
E’ vero che nella sua ultima intervista, pubblicata sul Corriere, Martini se n’era uscito con quell’espressione, che, pur argomentata, certo non voleva essere un complimento. In effetti, posto che per i credenti la Chiesa è il Corpo di Cristo, è come dire che… Cristo è rimasto indietro di duemila anni.
Eccole, le parole pronunciate dal Santo Padre e dirette a tutti: vivi e… morti. Chiarissime. Come è chiarissima, da duemila anni, la strada indicata da Cristo a chi desidera seguirlo. Sì, perché c’è un particolare di cui è bene tengano conto i cattolici, ed anche i laici(sti) che sperano in chissà quali futuri compromessi al ribasso da parte della Chiesa: non è la Chiesa che deve rincorrere il mondo, cercando di stargli al passo. Siamo noi, chiamati, se lo desideriamo, a seguire Cristo, oggi presente e vivo nel sacramento dell’eucaristia, e nei volti della sua Chiesa.
Ed è Lui che ci ha insegnato ad essere «nel mondo ma non del mondo» e a chiedere al Padre «… venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà…».
Non la nostra o quella della mentalità dominante e/o modaiola. La Sua.
Più chiaro di così…

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