La chiesa sostiene la via democratica nell’Egitto in rivolta – Vatican Insider

Gli interventi del gesuita egiziano Samir Khalil Samir e di monsignor Zaki Vicario apostolico di Alessandria d’Egitto che predica moderazione riprese da Popoli e l’agenzia Fides

Redazione

«La reazione della popolazione, soprattutto dei giovani, al governo del presidente Morsi è un fatto importante perché dice che c’è una larga fetta della popolazione che non vuole che in Egitto si instauri un regime islamico fondamentalista. Che cosa scaturirà da questa protesta? Non sono in grado di dirlo, ma è fondamentale che la protesta ci sia stata, perché è la dimostrazione che c’è voglia di democrazia».
Samir Khalil Samir, gesuita egiziano, attento osservatore delle dinamiche politiche del suo Paese, guarda con interesse alla fiammata di proteste antigovernative che stanno agitando il Paese in questi giorni. Le vede come una reazione a un tentativo di mettere la sordina alle istanze di libertà scaturite dalla Primavera araba.
La nuova Costituzione che il Presidente Morsi si ostina a voler sottoporre a referendum popolare il prossimo 15 dicembre “divide il Paese e non può rappresentare il testo di riferimento dell’unità della Nazione. Le reazioni negative di questi giorni stanno mostrando che la parte del popolo contraria a quel testo, cucinato in fretta e furia, è ampia, e la sua voce non può essere ignorata”.

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