a Corte Suprema americana con una maggioranza minima (5 a 4) ha bocciato la legge federale che definisce matrimonio solo quello tra un uomo e una donna. La motivazione addotta è che questa legge violerebbe le libertà individuali. Ancora una volta il tema delle libertà individuali viene sfruttato per scardinare la legge naturale. I diritti individuali sono assolutizzati a scapito del valore sociale del matrimonio e della tutela dei minori che hanno il diritto di avere un padre e una madre. La corte costituzionale cambia con questo voto la definizione di matrimonio e contraddice l’antropologia umana. Questi intellettuali e queste minoranze – la sentenza nega anche il risultato del referendum del 2008 in cui la maggioranza della popolazione della California bocciava l’idea di estendere il matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso- vogliono imporre un nuovo modello di famiglia; ora la Corte Suprema invia alla stessa California la decisione di tornare ad una legge che contraddice quel voto popolare. Ancora una volta si rischierà di spaccare la società per decenni e bisognerà vedere come le prossime leggi si confronteranno con gli aspetti religiosi e la libertà di religione. Il Cardinale Dolan ha subito dichiarato che si tratta di un giorno tragico per gli USA: si rischia un confronto enorme tra Stato e Chiesa, e anche tra singoli Stati e la Federazione .
Il commento del presidente americano Obama è stato «LoveIsLove», «l’amore è amore». Certamente la spinta politica di Obama ha pesato su questa scelta. Ancora una volta si confondono i sentimenti con la legge naturale. Non vogliamo entrare nel merito di definire cosa sia amore, ma certamente cosa è il matrimonio è chiaro da sempre in qualsiasi società e da sempre nella storia; anche nelle culture non cristiane il matrimonio è sempre stato quello tra un uomo ed una donna, e le società ne difendevano l’istituzione non perché dovessero difendere un tipo di amore rispetto a un altro, ma perché si preoccupavano del carattere pubblico di una relazione tra uomo e donna cercando di difenderne la stabilità a favore dei nuovi cittadini e della successione generazionale, che solo l’amore fecondo tra un uomo ed una donna può assicurare ad uno Stato. La società civile ha come sorgente delle proprie leggi la ricerca del bene comune che ha come fondamento la legge naturale. La società difende l’istituto della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna perchè questo riguarda il bene comune e il futuro della società stessa; riguarda la trasmissione dei valori, essendo la famiglia da sempre la cellula fondamentale della società anche dal punto di vista economico; solo questa famiglia assicura la procreazione e la sopravvivenza della società stessa. E’ il matrimonio tra uomo e donna che garantisce l’ordine delle generazioni. Questo insistere sui matrimoni omosessuali in tutto il mondo oltre allo scopo di alterare la natura della famiglia, ha anche quello economico: infatti subito questa sentenza avrà ricadute su pensioni, agevolazioni familiari ecc . Non si tiene conto che non si possono ritenere uguali cose diverse, la verità non cambia anche se cambia la legge. Ricordiamo che le parole hanno un ben preciso significato, la parola matrimonio ha una chiara etimologia che deriva dal latino, dall’unione di due parole mater, madre, e munus, compito, dovere; il matrimonio serviva e serve cioè per proteggere la figura della madre e dei figli. Come ci ricorda Seneca filosofo stoico, che nel De matrimonio insiste proprio sulla liceità delle sole unioni sponsali finalizzate alla generazione. Ora ci sembra che l’idea che si cerca di imporre snaturi anche l’idea di Stato laico a favore di una deriva etica che lo Stato vuole assumere nel definire cosa è morale, cosa è giusto, quali siano i diritti dell’uomo. Lo Stato invece ha solo come compito quello di proteggere e difendere i diritti naturali dell’uomo che gli appartengono in quanto essere umano. Allo Stato spetta solo riconoscerli e difenderli, non cambiarli.Follow @EnricoLeonardi1
Fonte: La Corte Suprema USA cambia il significato di famiglia.
