La crisi siriana 3 – Per i mass media tutte le opinioni sono buone e interscambiabili

La responsabilità di chi fa informazione perciò è immensa: si dovrebbe scrivere della pace e della possibilità degli uomini di non vivere più con l’odio. Scrivere che l’odio non deve essere più il filo conduttore della storia degli uomini, ma che solo l’amicizia tra i popoli, il desiderio di infinito, la bellezza possono costruire e fondare le società e gli Stati!

I “nostri” giornali invece si sono rivelati sulla vicenda siriana incapaci di osservare i fatti e di un giudizio semplice. Evidentemente, di questo l’uomo ha bisogno. Più delle analisi e dei sofismi.

Certi articoli ospitati si spingono più in là: contraddicono addirittura il magistero della Chiesa. Se glielo si fa notare, scrivendo in redazione, non rispondono o si mostrano infastiditi. Alla mia obiezione che è contraddittorio dare spazio ai documenti dei Vescovi e, contestualmente, alle interviste ai terroristi, fatti passare come liberatori, mi rispondono che dovrei essere contento, perché è segno che l’informazione è pluralista!

E’ pluralismo ospitare personaggi celebri della cultura e del giornalismo che pontificano sulla risoluzione dei problemi con le armi, e si appellano ad improbabili organismi sovranazionali la cui indipendenza è pari a zero?

Ci affidiamo all’emergente “responsability to protect” dell’ONU? La Chiesa giustifica il ricorso alle armi solo per legittima difesa e così la nostra Costituzione! Qui invece si distruggono le case, si uccide settariamente la gente per strada, ci si fa scudo della popolazione civile… E’ un assaggio della libertà.

Il giudizio cristiano su queste evidenze non può che essere unico. Penso che la mentalità dominante si stia insinuando davvero dappertutto, perché mi sembra evidente che se c’è unità tra la ragione e l’esperienza non possono verificarsi errori così grossolani!

Si aspetta “il nemico” davanti alla finestra, che arrivi come un ladro, entrando di soppiatto; invece il ladro entra dalla porta principale: dalla nostra stampa, che legittima un pensiero anticristiano e perverso che pretende di imporre le regole di una nuova convivenza dove contano solo le armi, il potere economico e una concezione anticristiana di giustizia e di liberazione dell’uomo. Dov’è il nostro cuore?

E’ in atto un gioco che non tiene conto della sacralità della vita e la “nostra” stampa evidentemente è incapace di disallinearsi. Decine di tentativi di destabilizzazione delle grandi potenze mondiali effettuati nelle varie epoche per contribuire all’ascesa di governanti amici, spesso hanno portato risultati disastrosi per i popoli. Ebbene, quante volte dovrà accadere di nuovo, prima che ne prendiamo consapevolezza? Prima che per analogia lo si sappia riconoscere quando riaccade?

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