La Festa di San Paolo Primo Eremita sotto il segno della solidarietà con i cristiani egiziani

Il vescovo di Luxor ha celebrato la ricorrenza liturgica a Roma con i monaci paolini

Wlodzimierz Redzioch

ROMA, Thursday, 24 January 2013 (Zenit.org).

Ogni anno, il 7 gennaio, in tutto il mondo, le comunità dei monaci di san Paolo Primo Eremita iniziano l’annuale novena dedicata al loro patriarca che si conclude con la solenne Messa del 15 gennaio. I festeggiamenti principali si svolgono nel monastero di Jasna Gora a Czestochowa (Polonia) di cui i monaci sono custodi.

Non tutti sanno, però, che i monaci polacchi svolgono la loro missione pastorale anche a Roma, dove nel 2005 il card. Camillo Ruini affidò loro la chiesa parrocchiale di Sant’Urbano e San Lorenzo a Prima Porta (la parte nord della città, sulla via Flaminia). A Roma la festa patronale dei monaci paolini ha un carattere particolare per la presenza di rappresentanti della Chiesa cattolica copta, cioè i “compatrioti” di san Paolo Primo Eremita.

E così, negli ultimi anni, la parrocchia ha ospitato numerose personalità ecclesiali: nel 2008, il Patriarca della Chiesa Cattolica copta Antonios Naguib di Alessandria, e negli anni seguenti, Mons. Antonios Aziz Mina di Giza, il Vescovo Kyrillos William Assiutu, Mons. Ibrahim Isaac Sedraka Minja (nuovo Patriarca di Alessandria); l’anno scorso è venuto Mons. Makarios Tewfik da Ismailia. Invece quest’anno l’ospite dei monaci è stato il vescovo di Luxor, Joannes Zakaria. È una felice coincidenza perché Luxor è l’antica Tebe, dove nel III secolo nacque san Paolo Primo Eremita, di cui si celebrava la festa (se fosse vivo oggi san Paolo avrebbe come vescovo proprio mons. Zakaria). La domenica del 20 gennaio nella chiesa parrocchiale mons. Zakaria ha celebrato l’Eucaristia in rito copto secondo il canone di San Basilio il Grande; concelebravano molti sacerdoti copti e i monaci paolini. Alla Messa, oltre ai parrocchiani hanno partecipato anche i cattolici copti che vivono a Roma.

Le celebrazioni delle festività di San Paolo Primo Eremita a Roma hanno avuto un profondo significato religioso e simbolico. Ma, non potevano nascondere i problemi attuali dei cristiani in Egitto, dove al potere sono arrivati i Fratelli Musulmani insieme con i gruppi ancora più radicali come i salafiti. In un colloquio dopo la Messa il vescovo di Luxor ha sottolineato quanto è attuale il messaggio del santo monaco di Tebe che, vivendo in un momento di persecuzioni, simile ai nostri giorni, ha saputo affrontare tutti i problemi con totale fiducia in Dio. Perciò la sua vita è stata caratterizzata dalla pace e dalla tranquillità

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