La Germania vuole depenalizzare il reato d’incesto | Qelsi

Di Emanuele Ricucci, il 30 settembre 2014

Mentre il generale Inverno sta per invadere il vecchio continente e potrebbero iniziare i pentimenti verso le sanzioni alla Russia, arriva una nuova perla di saggezza dalla terra alemanna, metà colonica, metà schiavista. Si lavora duro nel Reichstag 2.0, tralasciando, per una volta, l’Unione ed i suoi guai, lavandosi in casa panni sporchi, molto sporchi, quasi impudichi. Questa volta, la Germania si riunisce per deliberare. Che cosa? La depenalizzazione del reato d’incesto. Tedesco: sei consenziente, sei maggiorenne, sei fortemente alla ricerca di un cosmico amplesso tra perversione e fratellanza? Bene! Da oggi, rischi di non dover più passare tra le maglie della legge. Che stia per terminare la cosciente epoca della penalizzazione come deterrente? L’Ethikrat, il Consiglio Etico federale, organo consultivo senza poteri decisionali, avrebbe proposto di cancellare il reato di incesto, annullandone gli effetti a norma di legge, notizia di qualche giorno fa. Arrivano gli sviluppi che, a quanto pare, se ne infischiano di conseguenze sociali ed individuali, ma soprattutto dovute alle eventuali nascite di un rapporto incestuoso.

Dopo una voto sofferto con 14 favorevoli e nove contrari l’organo ha chiesto che venissero fatte delle modifiche all’articolo 173 del codice penale tedesco che regola il reato di incesto“. Eccone le motivazioni, riportate da “Il Giornale”. “se c’è libero consenso e amore, il rapporto non può essere vietato e punito penalmente. E per quanto riguarda i rischi che l’eventuale prole nasca o cresca colpita da gravi malattie o ad altissimo rischio genetico di difetti e malformazioni, il tema può essere affrontato in colloqui chiari in consultori con le coppie incestuose, non da poliziotti che bussano all’alba“.

Si srotola sempre più la necessità d’inversione del buon senso, in questa Europa. Un modello umano ed etico in crisi, frazionato in decine di moralità utilitaristiche, in una terra che dimentica di conservare se stessa. Un continente troppo “vecchio” e poco saggio, che si ammala di Alzheimer, perdendo progressivamente memoria di sé, scapestrato quel che basta per aver perso anche la propria coscienza, tagliato in profondità le proprie radici, offuscato dopo una bella sbronza da progresso la propria identità secolare, i propri “mores” frutto del miglior vivere umano. Un enorme vuoto perfetto da riempire, sempre alla ricerca di nuovi modelli e strutture riempitive, esotiche, poco adatte, purché moderne, purché funzionali, purché innovative, utili per dare un calcio ad un romantico ed illuminato trascorso che, ormai, va spegnendosi. Ci si stupisce ancora? Ci si stupisce allora, se l’Europa si riscopre paladina del multiculturalismo e campionessa della redenzione materiale? Trasmigra Dio, trasmigra lo Spirito. Da oggi anche la Germania raggiunge l’Olimpo dell’Europa fricchettona, che fa tendenza.

La richiesta dell’organo tedesco vuole avvicinare la Germania a Paesi come Francia, Belgio e Lussemburgo, dove i rapporti sessuali tra parenti stretti maggiorenni e consenzienti non sono punibili. Anche nei Paesi Bassi, in Spagna e in Argentina l’incesto tra adulti è lecito così come non è esplicitamente vietato dalle leggi del Portogallo”. Ed in Italia? “L’articolo 564 del codice penale prevede fino a cinque anni di reclusione per chiunque commetta il reato di incesto”. Ah si, c’è il Vaticano ed una solidissima morale cattolica da inquisizione, quasi dimenticavamo. Un provvedimento che a quanto pare sta incontrando il parere negativo persino della più snella feudataria di sempre, Angela Merkel. “Depenalizzare l’incesto darebbe un segnale sbagliato – ha commentato la portavoce del partito Elisabeth Winkelmeier-Becker – e non garantirebbe un pacifico sviluppo della psiche dei bambini“.
Rare parole di senno in attesa che il cristianissimo Portogallo emani un provvedimento per fare della zoofilia pratica sessuale del 2015. Qui da noi funziona così. Fate l’amore, fate la guerra, fate i “moderni”, insomma fate un po’ come vi pare.

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