La libertà religiosa, diritto a rischio declassamento

L’opinione della docente titolare della cattedra di legge presso l’Università di Harvard

Mary Ann Glendon

Chi ritiene che negli Stati Uniti la libertà religiosa sia al sicuro, questa settimana deve essere rimasto sorpreso quando i vescovi cattolici e i rettori delle università si sono rivolti ai tribunali della nazione proprio in difesa di tale diritto. Come la maggior parte degli americani, questi leader cattolici hanno a lungo dato per scontato il modello unico di libertà religiosa che ha permesso alle molteplici religioni della nazione di prosperare in relativa armonia. Tuttavia, a causa delle recenti azioni del governo, i cittadini appartenenti a tutte le religioni temono che la libertà religiosa stia diventando un diritto di seconda classe.

Negli anni passati, i vescovi si sono preoccupati in maniera crescente dell’erosione del diritto di coscienza degli individui e delle istituzioni. A causa del rifiuto di provvedere “alla gamma completa dei servizi di riproduzione”, tra cui l’aborto, sono state negate le sovvenzioni all’importante programma per l’assistenza alle vittime del traffico di esseri umani.

Per un certo periodo, il Catholic Relief Services ha dovuto far fronte a una tale minaccia nei confronti dei suoi programmi internazionali di assistenza. Tuttavia, ciò che ha condotto questi uomini di chiesa, generalmente pacifici, alla controversia legale è stata l’emissione da parte del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani delle disposizioni che ordinano ai datori di lavoro di provvedere alla copertura assicurativa per la sterilizzazione, i farmaci abortivi e i contraccettivi.

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