La nuova costituzione ungherese: conservatorismo da combattere o consapevolezza delle proprie radici?

di Maurizio Dossena

7/02/2013 15:11:38

L’Ungheria, frontiera apostolica d’Europa.

Ha suscitato, e sta suscitando, in Europa e in sede UE, reazioni variamente ostili la recente Costituzione ungherese, entrata in vigore all’inizio dello scorso anno, una costituzione voluta e attuata dal popolo magiaro attraverso le sue rappresentanze liberamente elette, mirabilmente capace di far trasparire – cosa piuttosto rara a tutt’oggi – il senso pieno delle proprie radici. Mi è assai gradito scrivere oggi di queste cose, quale prima occasione mediatica nella veste di delegato piacentino della Gebetsliga, la “Pia Unione di Preghiera Beato Imperatore Carlo d’Asburgo, per la pace tra i popoli”, e porto anche l’eco del recente XI Convegno milanese di Studi Mitteleuropei.

L’Ungheria ha una storia millenaria: la notte di Natale dell’anno 1000 – esattamente duecento anni dopo un’altra celebre notte di Natale e con ben altro spirito che non l’attesa della fine del mondo – il Papa affidava a Stefano la corona del nuovo Regno Cristiano dei Magiari e tale atto iniziale – motivazione autentica di un’Ungheria frontiera apostolica d’Europa – è rimasto sempre nel dna politico-istituzionale di questa nobile nazione, quale riferimento di civiltà e di cultura, al punto che ancora in epoca moderna – e repubblicana – i governanti ungheresi giurano sulla preziosa corona di Santo Stefano. L’Ungheria ha avuto una storia complessa e anche traumatica, con un dialetticamente non sempre facile rapporto nell’ambito della duplice monarchia danubiana, con i contraccolpi della caduta dell’Impero Asburgico nel 1918, con le ombre legate al duplice fallito tentativo dell’ultimo Imperatore-Re, Carlo, di riacquistare la sacra corona ungherese – vittima del tradimento dei suoi e della doppiezza dello straniero -, con l’umiliante periodo nell’orbita dell’URSS e la sanguinosa repressione dell’insorgenza del 1956, con le acerrime torture inflitte dai comunisti al Cardinale Primate Mindzenty. Oggi questa Costituzione, nella quale si torna a porre tutto sotto la mano di Dio ( espressamente, non vagamente ), ove si indica chiaramente il riferimento millenario al primo re, simbolo della Nazione, ove si proclamano chiaramente le radici cristiane ( snobbate a Bruxelles e a Strasburgo ), nonché ai valori e princìpi non negoziabili, vita, libertà d’educazione, famiglia seminarium reipublicae, formata dall’unione di un uomo e di una donna ( si pensi all’effetto di ciò in qualche altra parte d’Europa e del mondo…); persino un esplicito rifiuto, per l’agricoltura ungherese, dei prodotti ogm.

Una sfida all’Unione Europea? Quanto basta, ma non certo per spirito ribelle in sé, non certo per antieuropeismo, anzi…,semmai per corretto europeismo, per un’idea di nazione forte in un’Europa forte e vera, rispettosa delle nazionalità. E difatti l’UE ha messo l’Ungheria “sotto processo”. Evidentemente il mondo non sta andando tutto alla rovescia, il tempo è galantuomo e la storia ha pur sempre i suoi corsi e ricorsi: ciò sta a cuore a chi ricerca un autentico spirito di riconciliazione.

Fonte: La nuova costituzione ungherese: conservatorismo da combattere o consapevolezza delle proprie radici?.

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