La parola Cinque domande sui salafiti – MissiOnLine.org

di Paolo Branca, islamologo

Sono al centro dell’attenzione per gli assalti alle ambasciate americane. Ma chi sono davvero? E chi li deve temere di più? Risponde l’islamologo Paolo Branca

Sul numero di ottobre 2012 di Mondo e Missione si parla anche dei salafiti, i gruppi estremisti che predicano il ritorno a un islam «puro» che proprio in questi giorni si sono resi protagonisti degli assalti alle ambasciate americane. Nella rubirca «La parola» Paolo Branca, islamologo e docente all’Università Cattolica di Milano, ci aiuta a capire meglio chi sono rispondendo a cinque semplici domande.

Chi sono i salafiti?

La parola deriva dal termine arabo salaf, che indica le prime generazioni di musulmani, i compagni di Maometto, i quali avrebbero vissuto l’islam in modo più autentico, avendo ascoltato il messaggio direttamente dal profeta. Il salafismo conobbe un revival tra fine 1800 e inizio 1900, paradossalmente in chiave piuttosto riformista: riferirsi al primo periodo dell’islam, infatti, rappresentava un modo per bypassare le incrostazioni delle scuole giuridiche per risalire alla fonte – il Corano e il comportamento di Maometto e dei compagni – per ritrovare le radici e la genuinità di un islam in crisi, reduce da una lunga fase di decadenza. Un fenomeno per certi versi simile a quello dei movimenti che, nel mondo cristiano, facevano riferimento alle prime comunità per esortare il ritorno alla purezza dello spirito evangelico.

Come si sono evoluti nel tempo?

Sebbene alcuni utilizzassero il termine salaf in senso riformista, esso fu però monopolizzato da chi lo concepiva come un ritorno ai costumi degli antichi in chiave di restaurazione più che di rinnovamento. Un esito che si spiega anche alla luce della fase storica: la prima guerra mondiale, la disgregazione dell’impero ottomano e la frantumazione del Medio Oriente nelle mani dei colonialisti, e poi il secondo conflitto mondiale, la nascita di Israele, il ritardo nelle indipendenze. Un accumularsi di delusioni e fallimenti che aiutò la corrente conservatrice. Oggi il salafita è colui che vuole una restaurazione totale dell’islam, fedele alla lettera al modello primigenio, dal modo di mangiare a quello di vestirsi. Una visione che ha il suo campione nel wahabbismo saudita.

Dove sono più attivi oggi?

Con una certa sorpresa, vediamo sorgere gruppi un po’ dappertutto, anche in Paesi, come Egitto e Tunisia, dove non si immaginava che potessero avere un consenso ampio.

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