«La polizia non è intervenuta, la folla era troppo numerosa» – Vatican Insider

Gli incendi a Lahore

Parla Sara Fumagalli, una volontaria presente a Lahore, in Pakistan, durante gli attacchi alla comunità cristiana

Mauro Pianta

«La cosa incredibile è che, pur nel dolore, queste persone non si rassegnano. Nemmeno di fronte al fatto che la polizia, pur presente, non è potuta intervenire per placare una folla inferocita, numericamente molto superiore alle forze dell’ordine». Sara Fumagalli, 42 anni, presidente onorario dei pakistani cristiani in Italia e coordinatrice della Padana On-Lus, associazione che sostiene le minoranze cristiane in Pakistan, è arrivata a Lahore proprio quando cominciavano gli attacchi nel quartiere cristiano di Joseph Colony. Attacchi terminati con l’incendio di 175 abitazioni e altrettante famiglie che hanno perso tutto. Raggiunta al telefono, Sara Fumagalli (che è anche la moglie dell’ex ministro leghista Roberto Castelli) è preoccupata per il loro futuro: «Di fatto si tratta di sfollati, adesso abbiamo proprio bisogno dell’aiuto di tutti…».

Cosa è successo davvero per scatenare questo putiferio?

«Un semplice litigio è divenuto il pretesto per un attacco di una violenza gratuita nei confronti di una minoranza pacifica (i cristiani rappresentano il 2 per cento della popolazione, ndr). Il bello- si fa per dire – è che tutti si aspettavano il copione: accusa di blasfemia, villaggio devastato. Tant’è che la polizia era presente, ma non è potuta intervenire per la sproporzione delle forze in campo. Hanno preso “in custodia”, questa la formula di rito, il giovane cristiano per sottrarlo al linciaggio».

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