La preghiera dei fedeli, ovvero la palestra dei luoghi comuni » Settimo Cielo – Blog – L’espresso

Mentre sul “Corriere della Sera” del 23 gennaio Ernesto Galli della Loggia prosegue impavido la battaglia contro il conformismo che esalta la confusione tra i sessi e il matrimonio omosessuale:

> Il mondo gay e le vestali di un certo conformismo

lo stesso giorno, su “L’Osservatore Romano”, il teologo Inos Biffi ha preso di mira un altro conformismo, di casa ecclesiastica: quello che perora una Chiesa che sia “credibile”, “persuasiva”, “profetica”.

Nell’esordio del suo articolo, Biffi se la prende con un momento della messa nel quale questo linguaggio celebra i suoi fasti:

“Si sente molte volte parlare di una Chiesa che deve essere ‘credibile’, e non raramente si invita a pregare perché lo sia, specialmente nell’orazione dei fedeli, ch’è stata assunta da non pochi come l’occasione propizia per manifestare i propri pensieri e le proprie parole in libertà…”.

In effetti la preghiera dei fedeli, che quando non è “ad libitum” è letta quasi ovunque su foglietti compilati e stampati da anonimi pseudoliturgisti, è ormai diventata la palestra dei peggiori luoghi comuni.

Obietta Biffi a questo sbandamento linguistico e concettuale:

“Ai linguaggi a cui abbiamo accennato sembra soggiacere la convinzione che, se il mondo non crede, sarebbe appunto perché la Chiesa non è abbastanza credibile e persuasiva, o non abbastanza profetica. In realtà, verrebbe da notare che Gesù stesso, in sé sommamente credibile, persuasivo e profetico, non ha suscitato l’adesione di tutti; ma soprattutto osserveremmo che a importare primariamente non è se si riesca a persuadere, ma se si è persuasi; come non è se si pervenga a ispirare la fede, ma se si possegga veramente la fede”.

Biffi critica anche l’uso corrente che si fa di un passaggio citatissimo del Nuovo Testamento:

“Oggi si va continuamente citando il passo della prima lettera di Pietro: “Pronti sempre a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in voi” (3, 15), che secondo il contesto non significa che i cristiani devono sapere apologeticamente spiegare i motivi della loro fede, ma che nella loro condotta sono chiamati a offrire ai pagani la testimonianza della loro speranza”.

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