La Scuola Svizzera di Roma si piega alle proteste turche e al ‘politicamente corretto’

(di Veronica Rasponi) Siamo arrivati al punto che chi critica la Turchia viene messo in condizioni di dover lasciare il posto di lavoro. E’ quanto capitato a Roger Schumacher, docente di tedesco presso la Scuola Svizzera di Roma, che tornerà inaspettatamente in patria alla fine dell’anno scolastico a causa del polverone massmediatico-diplomatico sollevato per alcune frasi di un suo dettato autunnale in terza media.Le seguenti: “Per la maggior parte dei turchi le donne sono fatte per essere sposate e per fare figli. Ragion per cui trovano sia inutile avere un’istruzione”. In aula anche una ragazza figlia di un’intellettuale turca che ha sposato un giornalista di ‘Repubblica’. Naturalmente i giornali di regime sono interscambiabili, per cui – passata qualche settimana e dopo aver allarmato per il grave episodio reazionario l’ambasciata di Turchia in Italia – il 9 dicembre mezza pagina (MEZZA PAGINA) del ‘Corriere del Sera’ veniva messa gentilmente a disposizione della buona causa sotto un titolo inequivocabile: “Dettato xenofobo, bufera sulla Scuola Svizzera di Roma”.

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