Anche i cristiani del medioriente gioiscono per l’elezione di papa Francesco. E lo invitano già a recarsi presto pellegrino in mezzo a loro
Giorgio Bernardelli
«Come Chiesa Madre di Gerusalemme – ha scritto in un comunicato il patriarca latino Fouad Twal -, gioiamo profondamente per l’elezione del nuovo Pastore della Chiesa cattolica, scelto dai cardinali in conclave, ma soprattutto dallo Spirito Santo». Esprimendo le proprie felicitazione il patriarca Twal guarda già avanti: « Grazie in anticipo, Santo Padre, per tutto quello che farà per la Chiesa, per il mondo e per la sollecitudine pastorale che avrà per il nostro patriarcato.
Ci auguriamo anche che possa continuare a lavorare per la pace e la giustizia in Medio Oriente, in particolare in Terra Santa. Fin d’ora le assicuriamo che lavoreremo al Suo fianco, così come abbiamo fatto con i suoi predecessori, per favorire progressi concreti nel dialogo interreligioso nella nostra regione».
Infine l’invito: «Carissimo Santo Padre – conclude Fouad Twal – la Terra Santa attende con emozione e con impazienza di avere l’onore e la gioia di accoglierla nella Terra in cui si è compiuta la salvezza. Sia il benvenuto». Un auspicio ma che potrebbe diventare abbastanza in fretta qualcosa di più: nel gennaio 2014 ricorrono infatti i 50 anni del viaggio di Paolo VI in Terra Santa – quello del primo storico abbraccio con il patriarca ortodosso Atenagora – e potrebbe essere l’occasione ideale per la visita di papa Bergoglio.
Un Pontefice che avendo scelto il nome di Francesco ha un ulteriore legame con la Terra Santa. Lo ha sottolineato in un’intervista al sito custodia.org il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. «Sono rimasto molto sorpreso quando ho sentito il suo nome – ha dichiarato -. Non me lo aspettavo e ho avuto uno choc. Il giorno prima, ne parlavamo con il Nunzio apostolico in Giordania, che augurava che il nuovo Papa prendesse un nome come Giuseppe o Francesco, per porre così un gesto profetico per il futuro. Ed è stato così. Credo che in questo nome ci sia tutto un programma».
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