La tutela della salute mentale tra gli obiettivi dell’Unione Europea ?

Nell’ambito dell’Unione Europea la discriminazione verso persone disabili è contro ogni ideale.

 

Questa è la motivazione che ha spinto l’Associazione “Cristiani per servire” a presentare ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ai sensi della “Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” con la finalità di ottenere un riconoscimento dei diritti dell’handicappato mentale e di una specifica Normativa, Risoluzione o Direttiva Comunitaria uguale e con la stessa efficacia in tutti gli Stati membri della UE e la risposta è stata negativa per “incompetenza legislativa della UE nel settore della sanità pubblica, compreso l’ambito della infermità mentale”.

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L’attuale Costituzione Europea non ha specificatamente riconosciuto quale persona quella relativa al portatore di handicap psichico, malattia che in Italia, come in Europa, è in continua evoluzione e costituisce un peso sociale e sanitario non indifferente, il cui valore non può essere subordinato ad alcuna esigenza d’ordine personale o di Stato, ma da considerare un parametro al quale debbono essere subordinati tutti gli aspetti della vita personale e della collettività.

 

Il disagio psichico e la sofferenza mentale sono condizioni in atto, oltre che causa di malessere in una grande società moderna.

 

In ambito UE questa malattia colpisce una larghissima parte di popolazione che merita rispetto, comprensione e solidarietà contro ogni forma di emarginazione, segregazione e discriminazione.

 

A questo proposito il Parlamento Europeo nel promuovere un maggior impegno verso la salute mentale “chiede che sia attribuita una maggiore priorità nelle politiche sanitarie” disponendo del Settimo programma quadro per la ricerca; “capacità atte ad assecondare la ricerca sulla salute mentale”, “patologie che in Europa ogni anno interessano 18, 4 milioni di persone fra i 18 e i 65 anni, colpiti da gravi forme di depressione”, primo disordine funzionale della persona fino alla schizofrenia grave.

 

“Restituire, quindi, dignità e diritti ad un grande numero di persone”, prosegue il Parlamento Europeo “esortando la Commissione Europea a sostenere la prosecuzione delle riforme negli Stati membri dove si è abusato della psichiatria, dell’uso di medicinali, del ricovero obbligato o di pratiche disumane” e “ad inserire la riforma della psichiatria fra i punti da esaminare nel grado di adesione all’UE”.

 

Su questi principi basilari vanno utilizzati tutti gli strumenti legislativo-sanitari finalizzandoli alla inclusione sociale, se possibile, delle persone con sofferenza mentale ed alla piena restituzione dei loro diritti di cittadinanza.

 

La nostra Associazione ha proposto nel quadro della strategia comunitaria di salute pubblica della UE nel ricorso, attendendo con fiducia e giustizia:

1) un provvedimento comunitario relativo ai portatori di handicap psichici uguale e nella stessa misura in tutti gl iStati membri della UE;

2) l’adozione di servizi reali e specifici nell’ambito delle competenze economico organizzative di ciascun membro UE, nel pieno rispetto della dignità delle persone sopracitate, cure adeguate in strutture ad alta tecnologia;

3) attivazione della ricerca scientifico-farmacologica e sviluppo tecnologico

comunitario sulla malattia mentale come ogni comparto sanitario;

4) formazione di un Fondo Economico Finanziario Speciale dove far confluire quelle parti di patrimonio che per legge naturale andranno in “eredità” al “malato”, amministrato da un Ente Pubblico che costituisce naturale continuità e che il singolo tutore, curatore, amministratore di sostegno non può garantire fisicamente oltre ad essere, per le persone indigenti un sostegno finanziario della UE.

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

 

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