L’aborto: conquista della civiltà? | Da Porta Sant’Anna

Cari amici, il seguente colloquio nasce a commento dell’articolo “Sei a favore dell’aborto?”, pubblicato nella rubrica “al pozzo di Sicar”. Il confronto aiuta a crescere, ma soprattutto spinge ad affermare con determinazione i valori non negoziabili, in un mondo immerso nel relativismo soggettivo. L’argomento trattato aiuta il lettore a valutare le varie posizioni con la consapevolezza di sviluppare una visone ampia ed articolata sull’inizio della Vita.

Fabrizio Medici. Nella società odierna, sei egoista se non sei a favore dell’aborto. Secondo molti, non abortire il nascituro portatore di Handicap equivale a condannarlo mancando di pietà nei suoi confronti. Uccidere un bambino in grembo è pietà moralmente accettabile. Che vergogna! Che Dio illumini le mamme e i papà che vogliono ricorrere all’interruzione di gravidanza.

Don Salvatore Lazzara. Oggi, purtroppo con aggressività sono stati capovolti i valori rendendoli relativi alle necessità quotidiane. La Scrittura insegna: “per amore del mio popolo non tacerò…”. Dire una parola diversa porta i credenti a camminare su sentieri non facili. Affermare la Verità in un mondo immerso nel relativo è la scommessa per la Chiesa dei nostri giorni.

Massimo De Angelis. Fino al terzo mese l’embrione non è considerato vita e quindi legalmente abortibile… dal terzo mese, invece, diventa improvvisamente vita per cui non si può abortire! Ma come può qualcosa che non è ’’vita’’ al secondo mese e trentesimo giorno, divenire tale in 24 ore? A dire il vero questo fu un paletto imposto dai moderati, gli abortisti avrebbero preferito dilazionare il termine ultimo più in là, fino al momento in cui la madre non avesse corso gravi rischi per la propria salute in caso di aborto.

Don Salvatore Lazzara. Moderati o non moderati, la tesi non è ammissibile. Si fanno giustamente campagne per difendere gli animali dal concepimento e tutti sono d’accordo. Si difende la vita nascente che dovrebbe garantire lo sviluppo armonico della società e tutto è rimandato ad una soggettiva ed ideologica scelta personale.

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