Laos, sette cristiani arrestati per aver pregato insieme | Tempi.it

settembre 30, 2014Leone Grotti

 

Nel paese comunista il cristianesimo viene considerato di «importazione americana» e quindi «una minaccia» per il Partito

 

 

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Sei cristiani e un pastore protestante sono stati arrestati in Laos per aver esercitato la libertà religiosa prevista dalla Costituzione del paese comunista ed essersi riuniti in una casa per pregare. Il capo villaggio, insieme alla polizia, ha fatto irruzione nella casa durante il pranzo e ha portato via i presenti.

«VIETATO RIUNIRSI A PREGARE». Come riportato da Hrwlrf (Human Rights Watch for Lao Religious Freedom), l’arresto è avvenuto domenica scorsa nel villaggio di Boukham, provincia di Savannakhet, dove le persecuzioni contro i cristiani sono una triste prassi. I cristiani del villaggio erano stato avvertiti domenica 21 settembre che non potevano più radunarsi perché «riunirsi a pregare» era vietato. Mentre i sei cristiani sono stati rinchiusi in cella, il pastore è stato anche ammanettato e le sue gambe sono state chiuse in ceppi.

laos-cristiani-chiesaLEADER ARRESTATI. A giugno, sempre nella provincia di Savannakhet, cinque leader cristiani sono stati arrestati e accusati dell’omicidio della signora Chan, appena convertita dal buddhismo al cristianesimo, mentre si trovavano nella casa della donna per officiare il suo funerale. La polizia ha fatto irruzione nella casa, ha ordinato a tutti i presenti di abiurare il cristianesimo e davanti al rifiuto ha arrestato i leader cristiani e costretto la famiglia a seppellire la donna con rito buddhista.

COMUNISMO. Al di là dei pretesti utilizzati di volta in volta dalle autorità comuniste per interrompere funzioni religiose, perseguitare i cristiani e arrestare i loro leader, lo scopo è quello di fermare la diffusione della fede cristiana nella zona. Dall’ascesa al potere del Partito comunista nel 1975, con la conseguente espulsione dei missionari stranieri, la minoranza cristiani in Laos è soggetta a continui controlli e limitazioni al culto, nonostante la Costituzione sancisca il pieno diritto alla libertà religiosa.

«MINACCIA» CRISTIANA. Anche se i cristiani sono solo il 2 per cento della popolazione, di cui lo 0,7 per cento cattolici, sono molto temuti dalle autorità di questo paese di sei milioni di abitanti nel Sudest asiatico, chiuso tra Vietnam, Thailandia e Cambogia. Se il buddhismo theravada, il più diffuso in Laos, gode del pieno sostegno a livello governativo sotto forma di fondi e sussidi, il cristianesimo, soprattutto se abbracciato da membri della minoranza etnica Hmong, viene considerato di «importazione americana» e quindi «una minaccia» in grado di minare la stabilità e il modello politico e sociale imposto dal Partito comunista.

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