L’appello di padre Nader Jbeil: “Vi supplico aiutateci a liberare nostra nipote sequestrata dai terroristi islamici”

di Magdi Cristiano Allam

“Sono appena rientrato da Damasco e sto seguendo le trattative per il rilascio di mia nipote, appena 15 anni, sequestrata dai terroristi islamici. Vi supplico aiutateci!”. Padre Nader Jbeil, sacerdote cattolico, siriano, parla l’italiano avendo risieduto a lungo nel nostro Paese. Attualmente opera nella città libanese di Zahlé, nella valle della Bekaa a ridosso della frontiera con la Siria, impegnato nell’accoglienza di migliaia di profughi cristiani in fuga dalla guerra e dal terrorismo islamico.

Ci eravamo visti lo scorso 5 aprile a Milano. Padre Nader era in compagnia del vescovo siriano Issam John Darwish. Nel corso di una conferenza tenuta nella sede milanese di Io amo l’Italia, il vescovo Darwish ci ha ammonito: “La Siria è diventata il covo dei terroristi islamici provenienti da tutto il mondo. Se non li fermeremo in Medio Oriente non ci saranno più cristiani così come è già successo agli ebrei. Ma sappiate che dopo verrà il turno dell’Europa”. In Siria opera circa un migliaio di terroristi islamici europei, di nazionalità britannica, francese, spagnola e belga, che combattono in seno a Al Nusra, gruppo affiliato ad Al Qaeda. Tra i terroristi islamici è stata accertata la presenza di cristiani convertiti all’islam, così come è stato nel caso dei due terroristi islamici che hanno decapitato un soldato britannico a Londra. Secondo taluni fonti ci sarebbero anche dei terroristi islamici con cittadinanza italiana. In questo contesto l’Italia, unitamente alla Gran Bretagna e alla Francia, è schierata incredibilmente dalla parte dei terroristi islamici contro l’esercito regolare del regime di Assad, inseguendo il mito della cosiddetta “Primavera araba” che ha già portato al potere gli estremisti islamici in Marocco, Tunisia, Libia e Egitto.

“La mia famiglia è l’ultima famiglia cristiana rimasta in un quartiere di Damasco”, racconta al telefono padre Nader, “avevano parcheggiato l’auto sul marciapiede antistante la casa. Prima è sceso mio zio, ha attraversato la strada per una ventina di metri ed è entrato a casa. Pochi minuti dopo, accortosi che la figlia non l’aveva raggiunto, ha riaperto la porta ma non lei non c’era più. Alcuni passanti hanno raccontato di averla vista salire su un’altra auto. Siamo stati assaliti dall’angoscia. Abbiamo sperato che lei potesse essersi allontanata momentaneamente magari per ragioni sentimentali. Ma purtroppo non era così. Dopo un po’ è squillato il telefono. I terroristi islamici ci hanno dettato le condizioni per il suo rilascio: 100 mila dollari da consegnare entro una settimana oppure la ragazza verrà prima ripetutamente stuprata, poi decapitata e il suo corpo restituito segato a pezzi”. Potete immaginare il trauma dei genitori e della famiglia.

Il padre si è subito rivolto all’imam di una locale moschea chiedendo di intercedere con i terroristi per ottenere sia una riduzione della taglia sia più tempo per poter raccogliere i soldi. Domani, ossia il 1 giugno, l’imam dovrebbe dare una risposta.

Lancio un appello a tutti gli amici di Io amo l’Italia, a tutti gli italiani di buona volontà: date un contributo per la liberazione della nipote quindicenne di padre Nader Jbeil.

Potete farlo inviando la donazione a:

WECARE Onlus

IBAN IT68 X030 3210 3000 1000 0001 482

Il conto postale 73840522

Specificando per: Cristiani Siriani

Grazie di cuore e un mondo di bene.

 

Fonte: L’appello di padre Nader Jbeil: “Vi supplico aiutateci a liberare nostra nipote sequestrata dai terroristi islamici”.

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