L’arcivescovo di Baltimora a difesa della libertà religiosa (prima parte)

(di Federico Catani) Nel 1912 l’islam ottenne il riconoscimento giuridico da parte dell’Impero austro-ungarico, grazie alla cosiddetta “legge sull’islam”. A cento anni di distanza, l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Cristoph Schönborn, ha lodato quel provvedimento auspicando che l’Austria possa rappresentare per l’Europa «un modello di comprensione e convivenza tra cristiani e musulmani». In un Paese in cui l’islam sta prendendo sempre più campo, provocando problemi di integrazione non indifferenti, il massimo esponente della Chiesa cattolica austriaca si congratula con i fedeli musulmani e incoraggia un’attiva collaborazione con essi, ad esempio attraverso «competizioni sportive tra sacerdoti e imam o la condivisione del mese di Ramadan da parte delle famiglie cristiane».

In un incontro avuto con i leader della comunità islamica austriaca, il card. Schönborn e gli imam presenti hanno parlato del bisogno di rapporti fondati sul reciproco rispetto, memori del fatto che Gesù nel Vangelo invita ad amare e perdonare il prossimo. L’arcivescovo di Vienna ha poi ricordato l’importanza di alcuni documenti del Concilio Vaticano II, come la Dignitatis humanae, sulla libertà religiosa e la Nostra aetate sui rapporti con le religioni non cristiane. A detta del porporato «si è trattato di notevoli passi avanti della Chiesa. Passi in avanti che ora anche la comunità islamica deve compiere».

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