Il vicario del Patriarcato latino di Gerusalemme: se vogliono legittimare la loro leadership, anche i gruppi islamisti devono dare prova di accettare il gioco politico democratico. Compresa l’alternanza al potere
Gianni Valente
L’ascesa al potere dei Partiti islamisti nel mondo arabo è un fatto «giuridicamente legittimo e inoppugnabile». E l’Occidente deve prendere atto che «Il Medio Oriente e i Paesi arabi non sono più gli stessi, e un ritorno al passato è impensabile». Il richiamo alla realtà è risuonato forte e chiaro oggi a Parigi, nella sede dell’Istituto del Mondo arabo. A lanciarlo è stato l’arcivescovo palestinese Maroun Lahham. Intervenendo a un convegno su religione, cittadinanza e rivolte arabe – organizzato dal réseau Chrétiens de la Méditerranee col patrocinio del Ministero francese per gli affari esteri – il vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme ha espresso un approccio immune dagli allarmismi o idealismi che spesso connotano i pronunciamenti di ecclesiastici sulle convulsioni mediorientali.
Secondo l’arcivescovo residente a Amman, all’affermazione dei Partiti islamisti nel mondo arabo hanno concorso fattori di lungo corso (nelle società arabe «il fatto religioso ha sempre avuto e continua ad avere un ruolo nell’evoluzione delle società») e circostanze congiunturali. All’inizio, il motivo religioso «era assente nelle manifestazioni di giovani avvenute in Tunisia, Egitto, Libia, Yemen, Bahrein, e Siria».
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