L’attentato a Giovanni Paolo II e le verità di Ali Agca

Esce un libro edito da Chiarelettere intitolato “Mi avevano promesso il Paradiso nel quale il turco fa il nome dell’ayatollah Khomeini come mandante del folle gesto

Giacomo Galeazzi

Chi è il mandante? Chi ha ordinato ad Ali Agca di entrare in piazza San
Pietro – era il 13 maggio 1981 – e di sparare a papa Giovanni Paolo II? In
un libro edito da Chiarelettere, e intitolato “Mi avevano promesso il Paradiso”, è lo stesso Agca a confessare e a dire che i mandanti furono l’Iran e in particolare l’Ayatollah Khomeini.

«Questa è la volontà di Allah, caro Ali. Non devi dubitare», gli ha detto un giorno Khomeini. E ancora: «Te lo dico io, l’ayatollah Khomeyni. Allah ti chiama a questo grande compito. Non dubitare mai, abbi fede, uccidi per lui, uccidi l’Anticristo, uccidi senza pietà Giovanni Paolo II e poi tu stesso togliti la vita affinché la tentazione del tradimento non offuschi il tuo gesto.

Questa morte aprirà una volta per tutte la strada del ritorno dell’imam Mahdi sulla terra. Questo spargimento di sangue sarà il preludio della vittoria dell’Islam su tutto il mondo. Il tuo martirio sarà ricompensato con il paradiso, con la gloria eterna nel regno di Allah.»

Parole dure e chiare alle quali Agca, giunto in Iran dopo essere fuggito dalla prigione turca dove era stato incarcerato per l’omicidio del direttore del quotidiano liberale Milliyet, inizialmente non risponde. Ma poi, desideroso di farsi valere, di uscire dalla povertà alla quale una vita di stenti l’aveva da sempre costretto, desideroso di riscatto e di rivincita da un mondo che non gli aveva dato nulla, accetta.

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