L’avanzata silenziosa delle ‘sette’ nel continente sud americano – Da Porta Sant’Anna

L’elezione di Papa Francesco ha spostato il focus sul continente americano. Il primo papa che proveniente dalle Americhe, in particolare da un paese del sud America, “ai confini del mondo”, come lui stesso esclamò la sera della sua elezione, sta spingendo l’attenzione su quello che per molti è stato definito  ”il polmone” della Chiesa cattolica. Certo, paragonato alla secolarizzata Europa, tutto appare migliore, ma di fatto anche in America Latina sembra che la Chiesa di Roma stia vivendo una fase critica.

 

A contrastare la fede è l’avanzamento delle “sette”, sempre più numerose, in gran parte derivanti dai movimenti protestanti nordamericana slegati dalle chiese storiche europee.

 

Tra questi emergono soprattutto le chiese evangeliche pentacostali, che secondo il sito internet Linkiesta.it , avrebbero assunto dimensioni notevoli, tanto da contrastare, in fatto di numeri, i cattolici, che nonostante tutto, rimangono sempre in maggioranza.

 

Ma ai vertici della Chiesa cattolici se ne sono già accorti e per questo si sta correndo ai ripari. Prima tra tutti la decisione di scegliere il Brasile come il paese che ospiterà la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma dal 23 al 28 luglio 2013. Proprio il Brasile risulta il paese principe nel cattolicesimo, ma anche quello in cui le sette evangeliche spingono di più, passando da un 65% ad un 50% di persone che si dichiarano di fede cattolica, specialmente nelle metropoli, come Rio de Janeiro, teatro della prossima GMG.

 

Dati statistici affermano che dagli anni 60′ ad oggi i pentacostali sarebbero cresciuti toccando punte di 160 milioni di fedeli, soprattutto in paesi come Guatemala, Ecuador e Colombia, ma anche in Argentina, Nicaragua e Repubblica Dominicana, dove sarebbero triplicati. Proprio in Guatemala “L’Assemblea di Dio”, tra le più consistente denominazioni pentecostali, conta circa 50 milioni di aderenti.

Questo avanzamento di numerose “sette”, apre una finestra su uno dei maggiori problemi, sollevati nel 2007, dall’ex arcivescovo di San Paolo del Brasile, Claudio Hummes, in cui veniva sottolineato come urbanizzazione quale fenomeno che aveva contribuito a scardinare la tradizione cattolica in Brasile. Inoltre le grandi distanze, associate alla carenza di sacerdoti, aveva fatto pensare a molti vescovi, la necessità di riorganizzare il sistema parrocchie, delegando maggiormente agli stessi laici.

Inoltre la capillarità e forte presenza sul territorio, sarebbero uno dei punti di forza dei pastori evangelici ed è per questo che i fedeli cattolici, stanno cercando di puntare proprio sul recupero del “tessuto di appartenenza”, e la maggiore coesione interna della Chiesa dell’America Latina, per troppo tempo divisa, rilanciando temi non solo di povertà e giustizia sociale, ma anche di nuova evangelizzazione.

Fonte: L’avanzata silenziosa delle ‘sette’ nel continente sud americano – Da Porta Sant’Anna.

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