Le elezioni egiziane non promettono nulla di buono per il Paese

Nell’Egitto ancora in tumulto si è conclusa la fase di presentazione delle candidature alle presidenziali che avverranno tra venti giorni (il 23 e il 24 Maggio, con un assai probabile ballottaggio il 16 e il 17 Giugno): si tratta delle prime elezioni dopo la caduta del regime di Mubarak. I risultati verranno resi noti tra il 21 Giugno e i primi di Luglio dalla Commissione elettorale egiziana.

Per la seconda volta nella storia del Paese, si fronteggeranno due candidati, com’è accaduto nel 2005 (allora vinse Mubarak con l’88% dei voti e Ayman Nur, colui che aveva osato sfidarlo, fu messo agli arresti). Essi dovranno godere del sostegno di ben 30 parlamentari oppure ottenere 30.000 firme di cittadini egiziani aventi diritto al voto, per aggiudicarsi la presidenza (che durerà 6 anni).

L’Egitto è attualmente governato dal Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF), costituito però da membri dell’ex regime (tra cui lo stesso maresciallo Hussein Tantawi che lo governa). Ciò naturalmente non ha fatto cessare lo scontento degli egiziani, che continuano a manifestare perché i militari si facciano da parte. Le prospettive future dell’Egitto non sono affatto buone.

Lo si comprende già dall’esclusione dei candidati con doppia nazionalità o con un coniuge straniero. Tale norma ha portato al ritiro dalla corsa elettorale di Mohamed El-Baradei, direttore dell’AIEA dal 1997 al 2009 e Nobel per la pace, il quale possiede anche la cittadinanza americana. Per questa sua ‘colpa’, El-Baradei è stato preso a sassate ai seggi delle elezioni parlamentari di Gennaio.

Motivi unicamente legati a nazionalità e cittadinanza e non al fatto di essere un estremista islamico, hanno in sostanza precluso la presidenza al candidato Salafita Hazem Salah Abu Ismail, secondo nei sondaggi fino a poco tempo fa. Si è infatti scoperto che la madre di Abu Ismail era cittadina americana (anche se egli si affanna a dimostrare che la donna aveva mantenuto soltanto la carta verde).

Il barbuto avvocato e presentatore televisivo ha dichiarato di voler imporre il velo alle donne, vietare l’alcool in Egitto anche per i turisti e il gioco d’azzardo. Inoltre vorrebbe abolire il Consiglio della Shura, la Camera alta del Parlamento egiziano.

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