Le Pussy Riot hanno perso l’occasione per una protesta civile | UCCR

Due anni di carcere è stata la pena decisa dal Tribunale di Mosca per le Pussy Riot, il gruppo femminista-punk al centro di uno scandalo per aver intonato un inno blasfemo e anti-Putinnella cattedrale del Salvatore, la chiesa ortodossa più importante della città, nel febbraio scorso. Nadia Tolokonnikova, Ekaterina Samutsevich e Maria Alyokhina sono dietro le sbarre da marzo e rischiavano addirittura una pena di sette anni per “teppismo e incitamento all’odio religioso”.

La loro bravata è stata davvero violenta, come discriminanti sono sempre le manifestazioni del femminismo fondamentalista. Le tre fanciulle sono entrate con cappuccio colorato e chitarre elettriche nella cattedrale russa, facendo il verso alla liturgia ortodossa e gridando frasi offensive verso i credenti: «Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi […]. Per non addolorare il santo dei santi le donne devono partorire e amare. Merda, merda, merda del Signore. Madre di Dio, Vergine, diventa femminista. Diventa femminista, diventa femminista. Il Patriarca crede in Putin. Quella puttana dovrebbe piuttosto credere in Dio». L’incitamento all’odio religioso è davvero deprecabile, tuttavia due anni di prigione a queste povere e disperate ventenni (due perfino madri) sono una pena davvero eccessiva.

viaLe Pussy Riot hanno perso l’occasione per una protesta civile | UCCR.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.