L’eutanasia “involontaria” dei medici fiamminghi

Le garanzie secondo cui l’eutanasia in Belgio è sicura e volontaria sono state messe in discussione da uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Medical Ethics. Un sondaggio sulla decisione di porre fine alla propria vita, condotto dai medici fiamminghi nel 2007, ha scoperto che in quasi l’80% dei casi non vi era alcuna richiesta esplicita da parte del paziente. I decessi per sedazione terminale, con cui si intende alleviare l’angoscia di morire del paziente tramite una pesante somministrazione di sedativi, rappresentano quasi il 10 % di tutte le morti nelle Fiandre.

In un tema così controverso, la precisione è importante. In molti casi di sedazione terminale, l’intenzione del medico è alleviare più dolore possibile ai pazienti, non ucciderli. Non si tratta necessariamente di “eutanasia lenta”.

Ma poi si verifica proprio questo. In quasi il 22% dei casi di sedazione terminale, il medico esplicitamente vuole porre fine alla vita del paziente. In altre parole, i pazienti sono sottoposti ad eutanasia anche se la morte non avvenne immediatamente. Se questo è vero, la percentuale reale di casi di eutanasia nelle Fiandre finisce col triplicare, dall1,26 al 3,3 %, come riportato nello studio. O almeno questa era la cifra sette anni fa, nel 2007.

Anche gli autori sembravano un po’ scossi dal fatto che nel 79,7 % dei casi di sedazione terminale non c’era esplicita richiesta del paziente. Questo non erano necessariamente immorale. Ci sarebbero potute essere legittime ragioni per cui manca il consenso: i pazienti avrebbero potuto non essere in grado di dare il proprio consenso perché erano in coma o dementi, i parenti avrebbero potuto darlo per delega, o ci sarebbe potuto essere un testamento biologico.

Ciò che preoccupa gli autori è che molti medici fiamminghi non capiscono cosa sia la sedazione palliativa. Essi concludono raccomandando una maggiore istruzione in modo che i medici agiscano entro i limiti etici e giuridici:

“I medici sembrano utilizzare la sedazione palliativa o terminale come un termine ombrello per catturare un’ampia gamma di pratiche di fine-vita (….) l’ambiguità dell’uso del termine può anche essere un ostacolo a una sedazione responsabile, giustificabile e affidabile in questo tipo di procedure. Una migliore conoscenza della sedazione palliativa, compresi i suoi requisiti e limiti procedurali ed etici, può essere necessaria e permettere ai medici di fornire un trattamento medico appropriato ai pazienti in fin di vita”.

BioEdge

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