L’evangelizzazione in Corea: un evento unico | ZENIT – Il mondo visto da Roma

Oltre due secoli fa il Vangelo si diffuse nel Paese senza missionari

Roma, (Zenit.org) Daniele Trenca

Da qualche settimana si è celebrato il 60° anniversario della fine della Guerra di Corea. Un conflitto a volte dimenticato, durato tre anni, scoppiato a seguito dell’invasione dell’Esercito del Nord nella Corea del Sud. La Guerra Fredda era all’inizio, l’Oriente era ancora scosso dagli scoppi delle due atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, perciò lo spettro di un nuovo ed imminente Conflitto Mondiale aleggiava prepotente nella coscienza di tutti.

Il processo di democratizzazione della penisola asiatica ha avuto un percorso lungo, e nel XVIII secolo ad avere un ruolo decisivo è stata la Chiesa. La Corea rappresenta infatti l’unico caso al mondo di evangelizzazione di un territorio partito in modo autonomo dai laici, senza dunque l’aiuto dei missionari. Un caso unico nella storia della Chiesa universale che conferma l’esigenza dell’uomo di trovare un Senso alla propria esistenza e rapportarsi con l’Eterno.

Giovani studiosi cercando una nuova idea in grado di guidare il cambiamento della società coreana studiavano le letterature occidentali. La loro curiosità si mutò pian piano in fede. Leggendo e rileggendo libri sulla dottrina cattolica furono affascinati da questo Dio, visto come Padre misericordioso.

All’epoca le delegazioni coreane si recavano periodicamente a Pechino per definire scambi commerciali e culturali. Durante un viaggio i coreani riportarono in patria il libro del padre Matteo Ricci “La vera dottrina di Dio”. Fu così che un laico e grande pensatore: Lee Byeok, ispirandosi al testo del famoso missionario gesuita, fondò una prima comunità cristiana. Intorno al 1780 pregò un suo amico, Lee Seung Hun, che faceva parte della delegazione in partenza per la Cina, di farsi battezzare e di riportare in patria libri e scritti religiosi per approfondire la fede cattolica. Sin dall’inizio, com’era prevedibile, la Chiesa coreana fu perseguitata dal Governo, poiché la religione di stato era il Confucianesimo e non vi era libertà di professare altri culti.

Lee Byok guidò il gruppo di studenti in questa ricerca, sviluppò la “Gang-Hak-Hwe” (riunione per dialogare sulla scienza), fece un compendio in forma lirica dell’Antico e Nuovo Testamento “Riassunto dell’insegnamento della Chiesa” e compose inoltre un inno: “Canto per rispettare Dio”. Ignari del calendario sentirono la necessità di fissare un giorno dedicato al Signore, che stabilirono nel settimo, quattordicesimo e ventunesimo del calendario lunare. Giorno dedicato alla preghiera, alla contemplazione e al digiuno. Osservarono i Comandamenti e i precetti della Chiesa. Lo stesso Lee Byok venne perseguitato in primis dalla sua famiglia, e dopo 15 giorni di digiuno morì all’età di 31 anni, fu la prima offerta fatta a Dio dalla Chiesa Coreana in un paese non cristiano (era il 1785). Nonostante la perdita del loro fondatore la Chiesa andò avanti acquisendo slancio e vigore per annunciare la Verità, sottomettendosi al Vescovo di Pechino, dopo aver saputo dell’esistenza delle strutture ecclesiastiche.

Sino alla metà del 1800 diffusero il Vangelo nella loro patria, fino all’arrivo di missionari francesi che sacrificarono la vita per l’annuncio della Parola di Dio, sull’esempio di Cristo che sulla croce dona la Sua vita all’umanità intera per redimere tutti gli uomini.

A seguito della divisione tra Nord e Sud, avvenuta nel 1948, anche la situazione religiosa si è spaccata: due terzi della popolazione totale è al Sud, dove oggi i cattolici arrivano al 10%, mentre al Nord il Regime è contrario alla Chiesa e la metà della popolazione è atea. Le religioni diffuse in Corea sono il Buddhismo, il Ceondoismo (religione della via celeste) ed il Cristianesimo. Quest’ultimi al Sud rappresentano il 26% della popolazione, anche se la maggioranza appartiene a Chiese Evangeliche. Famosa in tutto il Mondo è la Chiesa dell’Unificazione che fa capo al Reverendo Moon.

L’evangelizzazione dell’Asia rappresenta la grande sfida della Chiesa di oggi, dove sono presenti miliardi di persone che non hanno mai sentito parlare di Gesù Cristo. Luoghi difficili e spesso inaccessibili, ma l’esempio coreano dimostra come la “fame di Dio” sia essenziale per ogni uomo. La strada da percorrere sarà in salita, e non mancheranno le tribolazioni, ma la storia insegna che dopo un tempo di grande persecuzione c’è sempre un lunghissimo tempo di grazie e di Santi. Cosi è stato dopo lo Scisma di Lutero e dopo l’orrore della Seconda Guerra Mondiale.

Sacerdoti, religiose e famiglie che sono in missione in Corea (come negli altri posti di frontiera) sono certi: mai nessuna mano d’uomo potrà competere o distruggere un’istituzione portata avanti dalla potenza di Dio.

Fonte: L’evangelizzazione in Corea: un evento unico | ZENIT – Il mondo visto da Roma.

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