Liberate 5 famiglie cristiane sequestrate e schiavizzate dai datori di lavoro – Agenzia Fides

Lahore (Agenzia Fides) – Cinque famiglie cristiane sequestrate e schiavizzate dai loro datori di lavoro musulmani, proprietari di fabbriche di mattoni, sono state liberate attraverso l’intervento dell’ufficiale giudiziario e della polizia. Come comunicato a Fides dall’Ong CLAAS (Centre for Legal Aid Assistence and Settlement), che fornisce assistenza legale gratuita ai cristiani pakistani, la petizione presentata all’Alta Corte di Lahore per conto delle cinque famiglie cristiane è andata a buon fine. Le famiglie erano confinate dai proprietari di due fornaci di mattoni, nei due villaggi di Ahmed Nagar e Dera, in Punjab. L’ufficiale giudiziario si è rivolto alla stazione di polizia locale, ma gli agenti hanno temporeggiato e sembravano voler ritardare l’intervento fino a quando, dopo lunghe insistenze, la polizia è intervenuta e i cristiani sono stati liberati.
Dopo il rilascio, una delle famiglie ha raccontato la propria sofferenza: erano vittime di lavoro forzato e trattati come schiavi da oltre 25 anni. Una delle donne, Safia Bibi, ha iniziato il lavoro alla fornace insieme a suo marito, Anwar Masih, subito dopo il matrimonio. Ha nove figli, tutti nati presso la fabbrica e, quando i figli sono cresciuti, anche loro hanno iniziato a lavorare nello stesso luogo. Vivevano in un modesto alloggio, nel complesso della fabbrica, senza servizi igienici. Spesso non hanno ricevuto retribuzione e, se cercavano di abbandonare il lavoro, venivano percossi e torturati, lasciati giorni senza cibo. Nel 2013 il marito di Safia è morto a causa di malattia e debolezza, senza che fosse chiamato un medico. I suoi figli non hanno potuto partecipare al suo funerale perché costretti a lavorare. Non erano autorizzati neanche a partecipare a riunioni di preghiera in chiesa o a festeggiare il Natale e altre feste cristiane.
Nasir Saeed , direttore CLAAS, dichiara nella nota inviata a Fides : “E’ triste constatare che anche nel 21° secolo la schiavitù continua a esistere in Pakistan. I proprietari di fornaci sono spesso ricchi e influenti e difficilmente vengono incriminati. Gli operai, spesso cristiani, lavorano in condizioni di schiavitù una vita per pagare i debiti contratti con i padroni, che durano generazioni. A volte sono venduti da una fornace all’altra. Il governo è consapevole della situazione, ma non ha mai preso seri provvedimenti”. (PA) (Agenzia Fides 15/5/2014)

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