Libertà di educazione, migliori risultati scolastici

di Marco Lepore

Può sembrare davvero strano che proprio nei giorni in cui una nuova mazzata colpisce le scuole paritarie del nostro Paese, rischiando di determinarne la chiusura (“grazie” al regolamento che le obbliga al pagamento dell’Imu sempreché non pratichino rette pari a zero oppure solo simboliche), una notizia “bomba” sia stata sostanzialmente ignorata dai mass-media nostrani, con l’eccezione di Avvenire.

Eppure lo studio “The Learning curve” (La curva dell’apprendimento), presentato ufficialmente a Londra nei giorni scorsi, è stato commissionato non dalla Cei o dal Vaticano, ma da un’azienda che più laica non potrebbe essere: si tratta di Pearson, il colosso mondiale dell’editoria didattica (in Italia Pearson comprende alcuni marchi storici come Paravia e Bruno Mondadori).

“The Learning Curve” mette a confronto 50 paesi in base a 60 diversi parametri: dai risultati dei test OCSE-Pisa e TIMSS agli investimenti governativi, passando per gli stipendi del personale docente e il rapporto alunni-professori, senza tralasciare indicatori economici come il tasso di occupazione dei diplomati/laureati, il reddito percepito e il benessere generale di ogni paese. In questo confronto l’Italia occupa il 24esimo posto, dopo la Germania (15esima) e gli Stati Uniti (17esimi), prima della Francia (25esima) e della Spagna (28esima).

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