In Arabia Saudita la polizia ha fatto irruzione in una casa dove una quarantina di persone volevano riunirsi per la festa dei cristiani.
Nonostante il Centro per il dialogo interreligioso aperto a Vienna solo poche settimane fa, l’Arabia Saudita non si è smentita neanche quest’anno: nella provincia di al-Jouf la polizia religiosa ha fatto irruzione in una casa in cui più di quaranta persone – recita un comunicato – «stavano complottando per celebrare il Natale». A ospitare il raduno era un diplomatico asiatico; secondo la polizia oltre ai cristiani erano presenti anche due musulmani, un saudita e un egiziano.
L’Arabia Saudita vieta ogni celebrazione pubblica del Natale, ma la legge è ambigua rispetto alle feste nelle case private. Già nei giorni scorsi il gran mufti saudita Sheikh Abdel Aziz bin Abdullah aveva preventivamente condannato gli «inviti alle feste di Natale». E un altro membro dell’Alto Consiglio degli studiosi islamici, Sheikh Mohammed al-Othaimin, aveva proibito l’invio di messaggi augurali agli «eretici» in occasione del Natale o di altre feste religiose cristiane.
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