Libertà religiosa: “madre di tutte le libertà”

mercoledì 24 aprile 2013

Intervento di Renato Farina su persecuzioni comunità religiose Il rapporto del collega Volontè è eccellente. È anche un compendio utilissimo per chi voglia in futuro far valere, in termini di diritti umani e di valori fondanti dell’Europa, la questione della libertà religiosa e delle persecuzioni contro chi partecipa di una fede.
La libertà religiosa – ha scritto il parlamento italiano in una risoluzione approvata a larghissima maggioranza il 12 gennaio del 2011 – è la “madre di tutte le libertà”.
Perché? Perché lì si gioca l’essenza del nostro essere persone umane. La libertà di cercare la verità, senza oppressione e condizionamenti. Senza costrizioni di maggioranze su minoranze.
Oggi la rivendicazione della libertà religiosa diventa rischio per la vita. E noi che facciamo? L’Europa che fa? Con velocità impressionante si sta riaffermando un tremendo principio di Real Politik. Vale a dire si tende alla stabilizzazione politica di regioni e Stati su base uni-confessionale. In Iraq i cristiani sono indotti alla emigrazione. Lo stesso fenomeno cresce tra i copti d’Egitto. La primavera araba è diventata il pretesto di una pulizia su base religiosa! La persecuzione di cristiani in Tunisia, in Libia è un fatto tragicamente taciuto.
Si alza ogni domenica il grido dei cristiani della Nigeria! Lo accettiamo come normale. In fondo siamo pronti a tollerare immense trasmigrazioni di popoli, purché non sia il nostro popolo! E non siano minacciati i rifornimenti di petrolio.
In realtà è un calcolo sbagliato proprio dal punto di vista della Real Politik!
In particolare se l’attuale processo di espulsione dei cristiani e del cristianesimo, iniziato in Medio Oriente già nei primi decenni del XX secolo, andasse avanti, ciò significherebbe la destabilizzazione di Paesi strategici per gli equilibri mondiali, oltre che di primaria rilevanza per gli interessi europei. Pensiamo a quello che sta accadendo in Siria proprio in questi giorni!
Stiamo ritornando ai tempi della Pace di Augusta del 1555, con il famigerato principio “Cuius regio, eius religio” (Di chi [è] il potere, di lui [sia] la religione).
Così non si può andare avanti.
In Europa invece quel è il rischio? Lo stesso! Qual è la religione dominante? La religione del non-avere-religione. Vale a dire l’egemonia fondamentalista di una cattiva laicità dello Stato. Vale a dire di una laicità che diventa religione di Stato.
Io credo invece che sia necessario andare verso una nuova idea di laicità, dove lo Stato stimoli l’incontro e il contributo reciproco, come invocato anche da filosofi laici come Habermas, tra visioni del mondo laiche e visioni religiose, dove una purifica l’altra.
L’anniversario dell’editto di Milano può essere un’occasione enorme per comprendere che la libertà religiosa non è solo il permesso di praticare una religione, ma la sorgente di una crescita di tutti! Per questo va promossa, sostenuta: ne va del futuro dell’umanità intera!

Fonte: Libertà religiosa: “madre di tutte le libertà”.

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