Libertà religiosa nel mondo, «nuove preoccupazioni» | Chiesa | www.avvenire.it

Le primavere arabe rischiano di diventare altrettanti “autunni” per i cristiani che vivono in quelle regioni. È uno dei dati che maggiormente saltano agli occhi leggendo il Rapporto 2012 sullo stato della libertà religiosa nel mondo, presentato ieri a Roma dall’Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). La maggior parte delle violazioni, infatti, riguardano i Paesi a maggioranza musulmana e a farne le spese sono nella quasi totalità dei casi le minoranze, in special modo quelle cristiane.

In particolare, è stato affermato durante la presentazione del rapporto, destano oggi preoccupazione Paesi che, invece, nel recente passato godevano di una relativa calma, come Tunisia, Libia (dove si teme l’introduzione della sharia), Egitto (con la minoranza copta mai così sotto pressione) e Siria. «I cristiani – ha detto l’islamologo padre Samir Khalil Samir – chiedono l’uguaglianza con gli altri e il rispetto della loro fede». Ma secondo il gesuita egiziano, docente all’Università Saint Joseph di Beirut e al Pontificio Istituto Orientale, «in seguito alle rivolte, l’affermarsi di gruppi integralisti (come i Fratelli musulmani o i salafiti) ha riacceso i timori di vedersi sottoposti alla legge della legge islamica. Chi può – ha aggiunto il religioso – va via. Con il risultato che la presenza cristiana in tutti questi Paesi è destinata ad assottigliarsi, come è già avvenuto in Iraq, dove i pochi rimasti continuano a soffrire.

Un ulteriore campanello d’allarme è costituito da alcuni fatti recenti in Egitto, ad esempio l’arresto di due bambini copti di otto e dieci anni accusati di aver profanato dei fogli di carta riportanti versetti del Corano. «Stiamo prendendo una direzione pericolosa – ha affermato padre Samir – e rischiamo di tornare ad un’epoca che ormai non conoscevamo più: quella del fanatismo religioso».

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