Libertà religiosa, problema italiano – Vatican Insider

Un numero speciale della rivista “Credere Oggi” sull’anniversario dell’editto di Costantino. Una riflessione profonda e di prospettiva.

Fabrizio Mastrofini

L’Editto di Milano del 313 altro non è che una lettera inviata dai due Augusti (Costantino in Occidente, Licinio in Oriente) al governatore della Bitinia in cui si esponeva la politica religiosa dell’Impero, stabilendo che tutti i cittadini hanno “la libera facoltà di seguire la religione preferita”. Il passaggio dal cristianesimo come religione lecita ad un “impero cristiano” avviene solo con Teodosio, 40 e passa anni dopo. Così comincia, con una importante chiarificazione storica, il numero monografico della rivista CredereOggi dedicato all’importante tema della “libertà religiosa”. È noto che la Chiesa, dal Concilio Vaticano II in poi, ha stabilito che la libertà religiosa è la cartina al tornasole del rispetto dei diritti umani. E l’impegno a difesa della libertà religiosa è un impegno a difesa dei diritti umani tout court.
Il numero monografico svolge una rassegna storica che vede, nell’ordine: primo, la religione cristiana alla pari delle altre in Costantino; secondo: la religione cristiana come religione di stato da Teodosio in poi; terzo: la religione cattolica come strumento di potere e di governo nel Medioevo, in pieno regime di cristianità; quarto: il venire meno del regime di cristianità con la Riforma prima e l’Illuminismo poi. Quinto: con il Vaticano II la libertà religiosa da affermazione di principio si lega in concreto con la necessità del dialogo interreligioso e, sesto, con i fenomeni di migrazione e globalizzazione odierni, uniti alla secolarizzazione, la libertà religiosa va articolata all’interno dei paesi una volta cattolici o cristiani (cioè l’Europa).

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