Nell’indifferentismo post conciliare, nelle librerie ha fatto capolino un libro scritto dal colombiano Fernando Vallejo, vivente in Messico e vecchia conoscenza in quanto a livore anti cattolico. Il titolo del “libro”, edito per i tipi di Nuovi Mondi, è “La Puttana di Babilonia”. Mi scuso per le parole sconce che devo riportare per dovere di cronaca, ma senza riferimenti diretti, non si comprende la offensività del testo. Intanto la “Puttana” sarebbe, per schiarirci le idee, la Chiesa cattolica, nelle idee dello scrittore. Dunque, nel preambolo, questo gentiluomo definisce la Chiesa cattolica: “persecutrice di ebrei, mistificatrice della storia, truffatrice di vedove, inventrice di quell’esaltato di Cristo il Pazzo, impostora, repressa, guardona, parassita, misogina, sanguinaria, saccheggiatrice, ciarlatana, meretrice delle meretrici”. Ma la serie degli insulti segue con: “grandissima puttana e assassina”. Non mancano le blasfemie sulla Santissima Trinità: “è composta da due entità, …
… Padre e Figlio, che si sono mangiati in brodo la Colomba dello Spirito Santo”, e su San Paolo: “misogino, omofobo, brutto come sua madre e Figlio di Puttana”.
Qualche carezza è riservata a Pio XII: “spero che ti stiano bruciando il culo all’Inferno, oppure sta in Paradiso a fare su e giù con Pascalina”. Bacchettate per Paolo VI: “necrofilo”, Giovanni Paolo II: “vecchietto sbavante” e Papa Benedetto XVI: “vorace e parassita”.
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