“Lieti di subire oltraggi nel nome di Gesù”. Il ritratto del vescovo ideale » Settimo Cielo – Blog – L’espresso

Nell’omelia della festa dell’Epifania, nella quale ha ordinato quattro vescovi tra i quali il proprio segretario particolare Georg Gänswein, Benedetto XVI ha detto chiaro e tondo come vuole che sia un vescovo nella Chiesa.

È partito dall’esempio dei Magi per arrivare alla sfida che oggi ogni vescovo deve saper affrontare con le opinioni dominanti nella società.

Una coincidenza non casuale è che proprio ora, dopo più di sette anni, Benedetto XVI ha terminato di ricevere tutti gli episcopati del mondo nelle rispettive visite “ad limina”. E si appresta ad aprire un nuovo ciclo di visite, cominciando nel 2013 proprio con i vescovi italiani.

L’omelia del papa del giorno dell’Epifania può quindi essere letta come un bilancio e un programma di vita da lui dettato a tutti i vescovi del mondo.

Ecco la parte centrale dell’omelia:

“I Magi erano anche e soprattutto uomini che avevano coraggio, il coraggio e l’umiltà della fede. Ci voleva del coraggio per accogliere il segno della stella come un ordine di partire, per uscire verso l’ignoto, l’incerto, su vie sulle quali c’erano molteplici pericoli in agguato. Possiamo immaginare che la decisione di questi uomini abbia suscitato derisione: la beffa dei realisti che potevano soltanto deridere le fantasticherie di questi uomini. Chi partiva su promesse così incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. Ma per questi uomini toccati interiormente da Dio, la via secondo le indicazioni divine era più importante dell’opinione della gente. La ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente.

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