L’importanza di chiamarsi Mohamed | di Galeazzo Bignami | Qelsi

Abhijat Krishmamunthy è un giovane indiano arrivato in Italia da tre mesi.
Anche Mohamed Abu Aziz è arrivato dal maghreb, Huxian Zhou Guo invece ha lasciato la Cina da sei mesi.
Grazie a un bando regionale per attività commerciali riservato a stranieri
Abhjiat ha aperto un negozio, imparando il mestiere di fruttivendolo grazie ad un Ente di Formazione vicino alla CGIL che, utilizzando fondi europei, ha avviato corsi per mestieri diversi. Mohamad ad esempio ha aperto un negozio di kebab. Huxian un bar, anche grazie alla liquidità garantitagli dalla madre Patria.
Mario Rossi invece è un giovane italiano che non trovando lavoro da nessuna parte ha aperto un negozio di abbigliamento, investendo i risparmi di famiglia. Lo Stato non ha stanziato nulla in favore degli italiani e quindi…
Passano gli anni e Abhijat ha spedito in India i risparmi del proprio lavoro, utilizzando e spendendo in Italia il meno possibile, come Mohamed e Huxian. Qualche anno di duro sacrificio, risparmiando su tutto. Sul cibo, sul divertimento, sui vestiti…
Non sulla scuola perché, avendo una famiglia numerosa e monoreddito, paga lo Stato Italiano; la casa è stata data a due di loro dal Comune; per la sanità si va al pronto soccorso e il ticket lo si lascia da pagare.
Mario no. Non avendo un’altra Patria e un’altra casa, quel che aveva lo ha speso qui. L’affitto per il negozio e la sua casa lo deve pagare lui. D’altronde come la scuola dei figli e pure le spese mediche. Rientra in una fascia ISEE troppo alta per avere le esenzioni.
Neanche il contributo sociale gli può essere dato, perchè il 60% è destinato a famiglie di extracomunitari.
Abhijat riceve il primo accertamento fiscale dopo cinque anni. L’attività soffre la crisi, ma in fin dei conti non sempre ha pagato le tasse. Capita a tanti imprenditori e commercianti di rimanere indietro. Anche a Mohamed e a Huxian è capitato lo stesso. Ed anche a Mario.
Però…
Però Abhijat, Huxian e Mohamed, fatti due conti, decidono che non vale la pena pagare cinque anni di tasse arretrate. E decidono di tornare a casa loro. In fin dei conti la partita IVA che hanno avuto dallo Stato Italiano gli è stata rilasciata sulla base di Cognome, Nome, luogo e data di nascita. Come a Mario, che però non può andare da nessuno parte. Lui con quel codice fiscale ci è nato e non potrà cambiarlo mai, per tutta la vita.
Abhijat, Huxian e Mohamed invece possono. Eh si, perché tornati a casa loro non è che il concetto di cognome e nome sia poi tanto chiaro. Anzi. Spesso si invertono, si cambiano. E poi, comunque, basta invertire una lettera, togliere un’acca, fare passare qualche tempo, tornare in Italia e… il gioco è fatto.
Mario invece le tasse le deve pagare. E lo Stato non fa sconti. Anche perché tanti soldi sono usciti dai confini nazionali e comunitari. E tanti imprenditori non hanno pagato, chissà perché… così lo Stato non può fare a meno. Mario DEVE pagare. Anche Abhijat, Huxian e Mohamed dovrebbero, ma chissà dove sono finiti… E dopo dieci anni tutto si prescrive, se non ti beccano prima.
Così Mario Rossi, nato e cresciuto a Bologna, è costretto a chiudere l’attività. D’altronde se avesse avuto abbastanza soldi le tasse le avrebbe pagate regolarmente, mentre in questi anni di crisi doveva scegliere se vestire e dar da mangiare ai propri figli o pagare le tasse. Nel dubbio lo Stato gli ha sequestrato l’auto e messo in vendita la casa.
Abhijat, Huxian e Mohamed invece hanno deciso di non pagare. Di andarsene. E poi dopo un paio di anni di tornare in Italia. Eh sì.
Magari non più Abhijat, ma Abhjat, indiano.
Non Huxian, ma Huxyan, cinese.
Non Mohamed, ma Mohamad, magrebino.
Mario intanto è Mario. Italiano.
Così Abhjat Krishmamunthy è un indiano, tornato in Italia da tre mesi.
Anche Mohamad Abu Aziz è tornato dal maghreb, come Huxyan Zhou Guo che invece è rientrato dalla Cina da sei mesi.
Grazie a un bando regionale per attività commerciali riservato a stranieri…

Fonte: L’importanza di chiamarsi Mohamed | di Galeazzo Bignami | Qelsi.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Varie e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.